CONTRATTO, FIRMA CON RISERVA

CONTRATTO, GILDA FIRMA CON RISERVA: “ATTO DOVUTO PER TUTELARE CATEGORIA” 
“Pur mantenendo tutte le riserve già espresse in occasione della pre-intesa siglata dagli altri sindacati all’Aran il 9 febbraio scorso, abbiamo deciso di sottoscrivere il CCNL per poter continuare a rappresentare il personale della scuola nelle contrattazioni integrative e nelle importanti sequenze contrattuali previste dallo stesso contratto”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams, al termine della riunione degli organi statutari che si è svolta questa mattina a Roma in vista della convocazione  all’Aran. La firma “tecnica” da parte della FGU, accompagnata da una nota critica a verbale, è avvenuta nel pomeriggio. 
“Confermiamo il nostro voto di insufficienza al contratto – sottolinea Di Meglio – e ribadiamo che le risorse stanziate per gli aumenti sono palesemente inadeguate a garantire il recupero del potere di acquisto delle retribuzioni rimaste bloccate per 9 anni. In quanto a stipendi, inoltre, il personale scolastico è discriminato anche nell’ambito del nuovo comparto, che dunque risulta unificato soltanto sulla carta”.
“Nonostante ciò, la Federazione Gilda-Unams non ha potuto sottrarsi alla sottoscrizione del contratto a causa dell’articolo 22 in base al quale – spiega il coordinatore nazionale della FGU – i sindacati che decidono di non firmare sono esclusi da tutti i livelli di contrattazione, perdendo così una parte delle proprie prerogative. Si tratta di una norma di carattere estorsivo, in palese contrasto con quanto sancito dalla Corte Costituzionale nella sentenza 231 del 2013 riguardo la vertenza tra Fiom Cgil e Fiat. Ci impegneremo con ogni mezzo e percorreremo ogni strada utile affinché la Consulta si esprima anche per i contratti del pubblico impiego e questa norma iniqua venga cancellata dal nostro ordinamento”.
“Contro questa disposizione, la Confederazione Generale Sindacale (CGS), di cui fa parte la Federazione Gilda-Unams, – conclude Di Meglio – ha già presentato un reclamo al Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa”.