Emergenza presidi, il concorso slitta di 2 mesi. Le scuole restano scoperte

da Corriere della sera

Emergenza presidi, il concorso slitta di 2 mesi. Le scuole restano scoperte

La prima prova scivola dal 29 maggio al 23 luglio. Poi ci saranno un altro scritto, l’orale e 6 mesi di tirocinio. Se tutto va bene se ne riparla a settembre 2019. E intanto migliaia di scuole continueranno a restare affidate ai reggenti

Con un secco comunicato in Gazzetta Ufficiale, il ministero dell’Istruzione ha rinviato di quasi due mesi la prima prova del lungo percorso a ostacoli destinato a portare in cattedra 2.426 presidi in modo da colmare, almeno nelle intenzioni, i drammatici buchi in organico di migliaia di scuole che da anni ormai sono costrette ad affidarsi a dei «reggenti», dirigenti in prestito che oltre alla propria scuola (spesso un istituto comprensivo articolato in 3 o 4 plessi diversi) si trovano così a fare i funamboli fra una decina di sedi diverse. La prova preselettiva – destinata a scremare gli oltre 35 mila candidati lasciandone in corsa circa 7.500 – non si svolgerà più il prossimo 29 maggio ma è rinviata al 23 luglio. «L’elenco delle sedi con la loro esatta ubicazione – recita il comunicato -, con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti, ove possibile, per esigenze organizzative dell’Amministrazione, nella regione di residenza in ordine alfabetico, e le ulteriori istruzioni operative, sarà comunicato entro il 6 luglio 2018 tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero (www.miur.gov.it)».

Sussurri e grida

Da settimane ormai sui siti specializzati si vociferava di un possibile slittamento della data dal momento che tre settimane prima della prova preselettiva – l’8 maggio prossimo – il Miur avrebbe dovuto pubblicare la batteria di 4.000 quiz da cui sarebbero stati scelti quelli della prova preselettiva, ma la commissione per l’elaborazione delle domande finora si era riunita soltanto due volte. Il 24 aprile, la conferma in Gazzetta Ufficiale. La prova slitta al 23 luglio ma mantiene le stesse modalità previste finora: si parte alle 10 del mattino, i candidati avranno 100 minuti per affrontare 100 domande a risposta multipla al computer. Presumibilmente la batteria di test su cui potersi esercitare verrà pubblicata ai primi di luglio

Le altre prove

La prova preselettiva è solo il primo passaggio di un lungo iter che si concluderà – salvo ricorsi e contestazioni come ci furono l’ultima volta – nel giro di un anno circa. Nelle previsioni i primi dirigenti avrebbero dovuto salire in cattedra a settembre 2019 ma ora i tempi rischiano di scivolare ancora più in là. Dopo la prima scrematura di luglio, i 7.500 selezionati d0vranno affrontare la prova scritta vera e propria che prevede cinque domande a risposta aperta (su normativa del settore, organizzazione del lavoro, gestione del personale, programmazione, diritto civile e amministrativo…) e due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2). I candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera.

Il tirocinio

Chi supererà scritto e orale sarà ammesso, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo. Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza.