Una mensa di qualità si realizza anche con la partecipazione delle famiglie

Una mensa di qualità si realizza anche con la partecipazione delle famiglie

di Cinzia Olivieri

 

L’8 giugno u.s. si è tenuta a Palazzo Madama la conferenza stampa dal titolo ‘la mensa migliore nell’era del junk food’, durante la quale Foodinsider ha presentato i risultati del 3° Rating dei menù scolastici.

L’evento ha costituito occasione per portare in maniera propositiva l’attenzione sulla mensa scolastica di qualità, in grado di superare i pasti omologati come pizza, bastoncini e hamburger per servire cibi sani e variegati, educando al gusto.

Così si scopre possibile che, puntando sull’appetibilità dei piatti piuttosto che al mero contenimento della spesa, un bambino affermi di gradire e preferire l’hummus di ceci e gli gnocchi di zucca.

I casi virtuosi si caratterizzano per una “cabina di regia” determinata e coinvolgente, “capace di creare alleanze”.

Imprescindibile quella con le famiglie.

Si rivela decisivo nella promozione del cambiamento, sia nell’ipotesi di conflitto che nel coinvolgimento attivo, il ruolo dei genitori. Infatti, si afferma, “i menu migliorano grazie alla partecipazione dei genitori commissari mensa”, per cui la loro formazione è ritenuta una fondamentale esigenza per aumentare la consapevolezza e divulgare un corretto stile alimentare.

Del resto ciò è in linea con l’auspicata interazione prevista dalle Linee guida per l’educazione alimentare per le quali “è indispensabile il coinvolgimento delle famiglie in tutte le fasi delle attività, anche alla luce del patto di corresponsabilità educativa” (pag. 25) e pertanto è individuato quale impegno prioritario “stabilire alleanze positive con le famiglie e con la propria comunità, per favorire senso di appartenenza alla vita della Scuola, condividendo le strategie educative alimentari” (pag. 29), determinando invece l’esclusione dal percorso educativo scolastico inevitabili quanto improduttivi contrasti, sfocianti anche in azioni giudiziarie.

La partecipazione dei genitori nel processo decisionale e di controllo della mensa scolastica contribuisce a creare invece un clima meno conflittuale.

Anche la mensa costituisce quindi ragione di un rilancio partecipativo, allorquando, in attesa delle commissioni parlamentari della XVIII^ legislatura, si evince che il 7 luglio u.s. è stato annunziato alla Camera il progetto di leggeAPREA: Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti (697)” ed in Senato è stato comunicato alla presidenza il 23 marzo 2018 il DDL n. 155 dal titolo “Disposizioni concernenti l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché la riforma dello stato giuridico dei docenti“, che prevede il “servizio pubblico di istruzione” (art. 12) e la scomparsa dei consigli di classe insieme alla rappresentanza territoriale, affidata al “Consiglio superiore della docenza” (art. 18), rimette ai regolamenti interni delle singole istituzioni la disciplina della “Partecipazione alle attività dell’istituzione scolastica da parte delle famiglie e degli studenti” (art. 11), mentre il consiglio d’istituto, rivisto nelle sue competenze, è composto da un numero massimo di undici componenti: il dirigente scolastico, tre rappresentanti del corpo docente, tre rappresentanti delle famiglie e due rappresentanti degli studenti (ovvero quattro docenti e quattro genitori), due rappresentanti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) ed è altresì integrato da un membro della fondazione (art. 8) che può essere costituita “Al fine di raggiungere gli obiettivi strategici indicati nel piano dell’offerta formativa e aumentare il livello di competenza dei singoli studenti e la qualità complessiva dell’istituto “.

Pertanto pure la qualità della mensa passa attraverso una condivisa riflessione sul sistema partecipativo.