M. Gramellini, Fai bei sogni

Gramellini di nuovo scrittore

 di Antonio Stanca

Fai bei sogni è il secondo romanzo del cinquantaduenne Massimo Gramellini. E’ stato pubblicato a Marzo di quest’anno dalla casa editrice Longanesi di Milano e da tempo è in vetta alle classifiche dei libri più venduti. Il primo romanzo, L’ultima riga delle favole, era comparso nel 2010 pure presso Longanesi. Era stato l’esordio letterario del Gramellini che è una figura già abbastanza nota per la sua attività di giornalista e saggista.

Nato a Torino nel 1960, nel 1985 aveva cominciato a scrivere per quotidiani di quella città e poi di altre. I suoi interessi si sono mostrati rivolti prima allo sport, poi alla politica, alla società e in genere all’attualità. Su “La Stampa” di Torino cura dal 1998 una rubrica di posta sentimentale. Ha raccolto e pubblicato in volume molta parte della sua produzione giornalistica ed è stato anche autore di saggi di genere storico e sociale. Attualmente è uno dei vicedirettori de “La Stampa”, scrive su questo giornale e dal 2009 partecipa ogni sabato alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa” dove commenta gli avvenimenti più importanti della settimana.

L’espressione leggera, ironica che distingue il suo discorso e la sua scrittura lo ha da tempo evidenziato nel contesto del giornalismo italiano, gli ha procurato un notevole indice di ascolto e immediato ed esteso anche all’estero è stato, pertanto, il successo delle recenti opere narrative. In entrambe si sofferma su fenomeni interiori. In L’ultima riga delle favole ha voluto dire, tramite il suo personaggio, che serve scoprire la vita dell’anima e che questa può aiutare a superare condizioni di difficoltà. Ha voluto mostrare quanta forza, quanta energia possiede al suo interno una persona e quanto possono aiutarla ad uscire all’esterno, a valere fuori di sé, a vincere condizioni di solitudine, di stasi. Unirsi con la propria anima è la più importante delle unioni, amarla è l’amore che più d’ogni altro può far diventare veri i sogni.

In Fai bei sogni la situazione è più vicina a quella dell’autore. Nell’opera egli ripercorre le vicende della sua vita, dall’infanzia all’adolescenza, alla giovinezza, alla maturità. Di carattere autobiografico è la narrazione, di un segreto vuole essere la storia. A Gramellini, bambino di nove anni, è stato tenuto nascosto per quarant’anni che la madre si è suicidata perché venuta a conoscenza di essere malata di cancro e di non poter guarire. A causa della sua assenza lui crescerà male anche perché l’ottimo rapporto che aveva con la madre non può essere compensato da quello con il padre piuttosto complicato. Sempre difficili gli risulteranno le varie esperienze che la vita gli riserverà da quelle dei primi anni di scuola alle altre con amici, colleghi di lavoro, fidanzate, moglie. La madre sarebbe stata un riferimento importante e, perciò, cresce, diventa adulto, comincia il suo lavoro di giornalista, forma la sua famiglia sentendosi sempre incompleto. Era tanto legato a lei, era tanto sicuro del suo affetto che la riteneva una parte di sé e assurdo, impossibile gli sembra che non ci sia più. Anche per questo soffrirà quando saprà che si è tolta la vita, crederà di essersi sbagliato, di non essere stato amato da lei poiché pensa che nessuna madre che ami un figlio possa scegliere di morire qualunque sia il motivo. Non capirà che i problemi della donna, gli angosciosi pensieri che l’avevano assalita mentre assisteva all’avanzare della malattia, le sofferenze sempre più gravi alle quali era stata esposta, l’avevano indotta a compiere il gesto fatale. Non capirà nemmeno i motivi per i quali l’evento gli era stato tenuto nascosto poiché è convinto che nascondendo una verità pur dolorosa non si aiuta a crescere come generalmente si crede. Solo la conoscenza di quanto avviene, dice, serve a formare dal momento che fa diventare responsabili. Non bisogna aver paura di sapere se si vuole andare avanti, procedere. Molti, tanti interrogativi gli procurerà, invece, la conoscenza ritardata del grave gesto compiuto dalla madre, tutta la vita vissuta fino a quel momento, tutte le sue fasi che nel romanzo erano state rappresentate vengono ora ripercorse alla ricerca di quelle risposte, di quei chiarimenti che sempre sono mancati e che tra tanti dubbi, tra tante incertezze lo hanno lasciato.

E’ bene conoscere la verità non ignorarla perché solo così s’impara a vivere: è una lezione di vita quella che proviene dal Gramellini di questo libro. Un problema morale, spirituale fa lo scrittore del suo caso, da sé lo estende a tutti e capace si mostra di valere tanto pur usando un linguaggio semplice, facile, pur facendo ironia.