Competenza digitale, come educare all’informazione?

da Tuttoscuola

Competenza digitale, come educare all’informazione?

Aumentano sempre di più le fake news e sempre di più aumentano i tentativi mediatici di insinuare il dubbio che un episodio realmente accaduto sia una ricostruzione artificiale, un fotomontaggio, una bugia. Perché? Quali le ricadute sulle nuove generazioni? Come provvedere? Incentivare click per aumentare il profitto, incapacità di comprendere i reali messaggi nella comunicazione moderna, educare all’informazione: queste le risposte.

Se ieri il docente sottoponeva i propri studenti alla lettura di articoli dedicati alla stessa notizia, ma pubblicati su testate giornalistiche diverse per aiutarli ad avere una visione più completa e oggettiva delle vicende politiche, di cronaca e di attualità, oggi al docente viene richiesto uno sforzo maggiore, perché innumerevoli e sempre diversi sono i meccanismi con cui viene prodotta l’informazione.

Per correre ai ripari e per salvare il salvabile in un mondo cui l’ingegneria sociale fa da padrona e tutto può essere detto e pubblicato è necessario che l’insegnate si attivi il più possibile per rendere consapevoli i propri studenti e salvaguardare il futuro.

Sarebbe già qualcosa, quindi, se alla frase “Ho letto su facebook” l’insegnante chiedesse allo studente: “Hai letto un post o hai letto un contenuto condiviso su facebook?” giusto per sollecitare lo spirito critico e porre l’attenzione sulla differenza tra un pensiero pubblicato su una bacheca e una pagina web condivisa. Sarebbe già qualcosa se venissero analizzate le fonti condivise sui social per saper poi distinguere un blog, da una testata giornalistica e da un sito. Sarebbe veramente molto se gli studenti, dopo aver letto un contenuto web – il 90% delle volte leggono solo il titolo – fossero in grado di categorizzarlo.

Ultimamente la proposta e/o il divieto di usare gli smartphone a scuola ha generato non poche polemiche spaccando in due la comunità educante: i favorevoli e i contrari. Se sia giusto o sia sbagliato ad oggi non è dato sapersi, certo è che, mentre se ne discute, milioni di bambini e adolescenti continuano ad accedere a qualsiasi contenuto web senza avere quei mezzi di difesa – competenza digitale – che la scuola dovrebbe, senza se e senza ma, offrire.