Disciplinare docenti: nuovo ministro, vecchia musica

Disciplinare docenti: nuovo ministro, vecchia musica

Controllare, sorvegliare e punire. Sono queste le tre parole d’ordine che hanno guidato a tutti i livelli la linea politica dei governi in materia di istruzione. Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale è stata solo l’ultima occasione per realizzare ancora di più tali imperativi ideologici. Abbiamo denunciato sin dal primo incontro all’Aran lo spirito antidemocratico e liberticida della sezione del nuovo contratto dedicata alla responsabilità disciplinare: di fatto si tratta di un ulteriore tassello di quel più ampio progetto di trasformazione della scuola da luogo di formazione in istituto centrato sul controllo del pensiero e la repressione del dissenso.
Benché l’incontro di oggi sia stato solamente un momento di “studio” delle reciproche posizioni, è chiaro l’intento che si realizzerà probabilmente alla fine del mese. Vigileremo affinché il potere dei Dirigenti in materia di sanzioni non veda un margine di preoccupante arbitrarietà, ma soprattutto, affinché gli obblighi non comportino un vero e proprio controllo disciplinare, repressivo della libertà di pensiero e dell’attività di insegnamento. È chiaro, infatti, che il nuovo ministro non abbia mutato atteggiamento nei riguardi dei lavoratori.
Tra i nodi più problematici che dovranno essere affrontati e su cui ci siamo già espressi, la limitazione della libertà del docente al di fuori dello svolgimento della sua attività lavorativa. La condotta e i comportamenti del personale della scuola, si legge tra le altre aberrazioni, devono essere coerenti con le finalità della comunità educante, anche nell’uso dei social networks. Il lavoratore, inoltre, non deve attendere ad attività estranee al servizio che ritardino il recupero psicofisico nel periodo di malattia o infortunio. A noi è parsa subito evidente la discrezionalità potenziale di tali enunciazioni: come si effettua la vigilanza su tali comportamenti? A fronte di una colpevole carenza di ispettori del lavoro che dovrebbero tutelare i lavoratori dagli abusi dei Dirigenti, avremo un Grande Fratello sempre in agguato?
La parte disciplinare si prospetta come una serie di obblighi che concepiscono il lavoratore come un servo del Dirigente Scolastico.
A questa politica rispondiamo con un fermo no. Continueremo a portare la voce dei lavoratori liberi e critici all’interno delle scuole e di ogni sede istituzionale.