Una Raccomandazione per la nostra scuola

Una Raccomandazione per la nostra scuola

di Maurizio Tiriticco

All’avvio del nuovo anno scolastico, è bene ricordare che ormai da anni le nostre scuole sono tenute a far raggiungere ai nostri studenti, oltre alle competenze disciplinari, inter- e pluridisciplinari, di cui alle Indicazioni nazionali e alle Linee guida – i documenti normativi che regolano i nostri percorsi di studio – anche quelle competenze di cittadinanza cosiddette chiave, che sono in grado di garantire a ciascun soggetto di inserirsi positivamente non solo nel contesto specifico del proprio Paese, ma anche all’interno del contesto europeo. In altri termini, le istituzioni scolastiche di ciascuno dei 28 Paesi aderenti all’Unione Europea, sono tenute a perseguire, oltre agli obiettivi specifici delle singole istituzioni, anche obiettivi caratterizzanti una cittadinanza specificatamente europea.

Ovviamente, tali obiettivi trascendono le discipline di studio dei singoli Paesi e approdano a competenze fortemente pluridisciplinari e civiche. In tal modo tracciano la figura di un soggetto in grado di sentirsi cittadino di una comunità più ampia di quella nazionale! Appunto! Cittadino di una comunità europea, anzi di una vera e propria unione, l’Unione Europea!

Si tratta, quindi, di competenze di cittadinanza che, pur fondandosi su basi che, come si suol dire, vengono da lontano, con il trascorrere del tempo, subiscono costantemente correzioni e aggiustamenti al fini di poter riflettere al meglio le responsabilità di un cittadino autenticamente europeo.

Nella scorsa primavera, il Consiglio dell’Unione Europea ha varato un provvedimento, con cui si configurano le competenze di cittadinanza e vi si apportano alcuni cambiamenti e miglioramenti rispetto alle edizioni precedenti. Il documento in questione è la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 maggio 2018, relativa, appunto, all’apprendimento permanente, della quale riporto il titolo e alcuni passaggi significativi.

RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA del 22 maggio 2018, relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente.

Nel documento leggiamo, tra l’altro:

“””E’ pertanto diventato più importante che mai investire nelle competenze di base. L’istruzione di alta qualità, corredata di attività extracurricolari e di un approccio ad ampio spettro allo sviluppo delle competenze, migliora il conseguimento delle competenze di base. Una società che diventa sempre più mobile e digitale deve inoltre esplorare nuove modalità di apprendimento. Le tecnologie digitali esercitano un impatto sull’istruzione, sulla formazione e sull’apprendimento mediante lo sviluppo di ambienti di apprendimento più flessibili, adattati alle necessità di una società ad alto grado di mobilità. Nell’economia della conoscenza, la memorizzazione di fatti e procedure è importante, ma non sufficiente per conseguire progressi e successi. Abilità quali la capacità di risoluzione di problemi, il pensiero critico, la capacità di cooperare, la creatività, il pensiero computazionale, l’autoregolamentazione sono più importanti che mai nella nostra società in rapida evoluzione. Sono gli strumenti che consentono di sfruttare in tempo reale ciò che si è appreso, al fine di sviluppare nuove idee, nuove teorie, nuovi prodotti e nuove conoscenze.

Le competenze di cui ogni cittadino europeo deve disporre, sono le seguenti:

• competenza alfabetica funzionale;

• competenza multilinguistica;

• competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria;

• competenza digitale;

• competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare;

• competenza in materia di cittadinanza;

• competenza imprenditoriale;

• competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.”””

La considerazione della citata Raccomandazione dovrebbe costituire il principio e il fine di qualsiasi attività di insegnamento/apprendimento. In effetti ciascun insegnante, che sia autenticamente europeo e che sia consapevole di essere responsabile dell’istruzione, della a formazione e dell’educazione di un cittadino che è anche e soprattutto europeo, non può limitarsi al puro esercizio della sua attività disciplinare. Insistere sulla disciplina di competenza è corretto, ma è anche necessario volare alto! In un mondo che ci impone orizzonti sempre più impegnativi!

E, a questo proposito, mi piace ricordare quanto Edgar Morin volle insegnarci alcuni anni fa circa le finalità dell’insegnare e dell’apprendere in una dimensione europea; ma, in verità, non solo europea. Tra “Les sept savoirs nécessaires à l’éducation du future”, Unesco – Paris, 2000, mi piace ricordarne due, il secondo e il quinto:

  1. Insegnare a cogliere le relazioni che corrono tra le parti e il tutto in un mondo complesso.

  2. Insegnare a navigare in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze.

E che il nuovo anno scolastico abbia inizio con i migliori auspici!