NOMINE IN RUOLO: “VACANTI MOLTI DEI 57MILA POSTI ANNUNCIATI”

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NOMINE IN RUOLO, GILDA: “VACANTI MOLTI DEI 57MILA POSTI ANNUNCIATI” 

“Speravamo di sbagliarci e invece risulta ampiamente fondato l’allarme sulle nomine in ruolo che abbiamo lanciato all’inizio di agosto. Molti docenti che, legittimamente, pensavano di aver guadagnato il ruolo, resteranno parcheggiati ancora un anno come supplenti”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i ritardi e la confusione che stanno caratterizzando le operazioni di immissione in ruolo in tutta Italia.

“La mancata approvazione delle graduatorie nei termini stabiliti, cioè entro oggi, – dichiara Di Meglio – lascerà scoperte numerose cattedre e non consentirà, quindi, di mantenere fede all’impegno assunto dal Governo di assumere a tempo indeterminato oltre 57mila docenti. Inoltre la fretta ha fatto sì che molte graduatorie venissero approvate in via provvisoria e con molti errori, il più frequente dei quali l’assegnazione di punteggi inferiori rispetto a quelli maturati dai candidati. Risultato: è tutto da rifare”.

Non mancano casi di graduatorie pubblicate in notturna come, per esempio, a Napoli, dove questa notte è stata pubblicata la graduatoria per il Fit per il sostegno alle scuole secondarie di primo grado con convocazione per le nomine questa mattina alle 10.30 ad Avellino. A Bologna la situazione non è migliore: stanotte convocazione per la classe di concorso AJ56 (pianoforte, ndr) per le 9 di questa mattina. In Lombardia il sistema telematico è andato in tilt: ha operato fino alla scelta degli ambiti e poi si è arrestato, costringendo a procedere senza supporto informatico e all’ultimo minuto per la scelta delle scuole. Addirittura in alcune province si sta procedendo ancora con le assegnazioni provvisorie e gli utilizzi.

“Il personale negli uffici scolastici territoriali sta lavorando a ritmi serrati, ma gli organici sono ridotti all’osso. La macchina amministrativa – conclude Di Meglio – dimostra ancora una volta di non essere in grado di gestire questa enorme mole di lavoro e come ogni anno a farne le spese sono insegnanti e studenti”.