Per insegnare non servirà più l’abilitazione?

da Tuttoscuola

Per insegnare non servirà più l’abilitazione?

Addio all’abilitazione per l’insegnamento? Secondo il ministro dell’istruzione non sarà più necessaria. Dalle dichiarazioni a “Repubblica” di Marco Bussetti, sembrerebbe che per il futuro potrebbe bastare la semplice laurea. “Ho un progetto, a cui lavoro con il mio staff legale da agosto, che prevede che un laureato acceda a un concorso e lo provi. Se non riesce, ne proverà uno successivo. Non servono brevetti, titoli, percorsi per dire ‘posso ambire al posto’. Se uno è laureato in Lettere, non deve fare altri perfezionamenti”.

In talune professioni che richiedono, oltre alla laurea, particolari specializzazioni viene richiesta l’abilitazione per l’esercizio dell’attività.

È il caso, ad esempio, dei medici, dei farmacisti, dei notai, degli ingegneri, degli architetti, dei geometri, degli psicologi, etc.

Oltre alla laurea, chi intende esercitare la professione deve essere in possesso anche dell’abilitazione all’esercizio della professione, abilitazione che, di norma, si consegue con un esame di Stato.

L’abilitazione è anche richiesta, da sempre, per chi intende insegnare.

Oltre alla laurea, il docente per insegnare deve, quindi, essere in possesso della abilitazione richiesta. Facevano eccezione, fino al 2001-02 i maestri che, unitamente al diploma, conseguivano contestualmente l’abilitazione. Anche i laureati in scienze della formazione primaria conseguono l’abilitazione con la laurea.

Per tutti gli altri laureati che intendono insegnare nella scuola secondaria (di I o di II grado) occorre conseguire anche l’abilitazione con i TFA (Tirocinio Formativo Attivo) frequentando appositi corsi presso le università. Ad oggi non vengono richiesti particolari test attitudinali sulla competenza relazionale, nonostante se ne senta sempre di più l’esigenza. In questa direzione di “professionisti dell’educazione”, preparati a 360 gradi ad una professione sempre più complessa proprio sotto l’aspetto relazionale – dove le “generazioni del libro” debbono insegnare alle “generazioni dello smartphone” – stanno andando i paesi più avanzati.

Di questo non si parla in Italia, ma per decenni è sempre stata prevista l’abilitazione.

Ora potrebbe cambiare tutto.