Pensioni quota 100: tante richieste, pochi soldi

da Orizzontescuola

Pensioni quota 100: tante richieste, pochi soldi

di Elisabetta Tonni

Sulle pensioni quota 100 si sta tornando al punto di partenza. Come nel gioco dell’oca si è di nuovo alla casella via: bisogna cercare di far quadrare i conti sul Bilancio dello Stato con quelli che andranno fatti con i cittadini se non saranno mantenuti i punti nel contratto di Governo.

La guerra sui costi della riforma delle pensioni, in tutte  varie ipotesi avanzate, per raggiungere la quota 100 sta portando a una frizione nei palazzi del Governo. Non si tratta più di ricostruzioni giornalistiche, ma di frasi pronunciate davanti alle telecamere direttamente dai Ministri.

Tante richieste, soldi pochi

Infatti, al di là delle varie formule pensionistiche (ora si parla di 62 anni con 38 di contributi oppure di un men o probabile 64 con 36 di contributi), a ingarbugliare la situazione economica è il pressing per le altre due innovazioni economiche su cui si vuole dare un segnale immediato: reddito di cittadinanza e flat tax.

Nessuno intende fare un passo indietro sulla gradualità da seguire nell’introduzione delle misure e il tempo stringe: il 27 settembre andrà presentato il Documento programmatico di economia e finanza in versione aggiornata e lì finirà il balletto delle cifre.

Le tensioni pubbliche si registrano fra i quattro ministri coinvolti direttamente: Tria (Economia) che, come ha rilanciato il Corriere.it, ha minacciato di fare un passo indietro se fosse lui il problema; il ministro del Lavoro, Di Maio,  che ospite a Carta Bianca (Rai Tre) aveva dichiarato che se non si fossero trovate le coperture per il reddito di cittadinanza (10 miliardi di euro) ci sarebbero stati seri problemi per il Governo; il ministro dell’Interno, Salvini, niente affatto disponibile a cedere sulla controriforma Fornero; il presidente del Consiglio dei ministri, Conte, per il ruolo che ricopre, come si legge anche su Libero.

Chi paga per le pensioni?

Intanto alcuni giornali continuano a esercitarsi sugli effetti che potrebbero essere prodotti dalla formula “pensioni quota 100”. Secondo il sito L’Inkiesta, a pagare saranno soprattutto gli under 50. A sostegno di questa tesi richiama studi di società indipendenti e rapporti ufficiali della Ragioneria dello Stato. Altri siti si concentrano sui vari riscatti, dalla laurea al servizio militare. Come la si mette, le pensioni a quota 100 costano tanto e non è ancora certo quanti lavoratori accontenteranno veramente.

Nel frattempo si può fare una riflessione banale: i giovani tendono ad entrare nel mercato del lavoro sempre più tardi; il calo demografico è in netto ribasso da vari decenni; chi si ritrova ad aspirare alla pensione è la fascia di lavoratori nati negli anni del baby-boom (fine anni Cinquanta) e le aspettative di vita si allungano sempre di più.  Si capisce come, già con queste condizioni, senza aggiungere il reddito di cittadinanza e la flat tax, la coperta delle risorse economiche sia sufficientemente corta.