La valutazione della dirigenza scolastica

La valutazione della dirigenza scolastica

di Francesco G. Nuzzaci

Nella remotissima ipotesi che uno dei cinque quesiti a risposta aperta nella prova scritta del concorso a dirigente scolastico, che si terrà il 18 ottobre 2018, riguardi l’araba fenice della valutazione della dirigenza scolastica, avremmo da suggerire una risposta nei termini che seguono a un lettore interessato che sventuratamente maturasse il convincimento di prenderci in parola.

Come ogni dirigente pubblico, il dirigente scolastico è – dovrebbe essere –valutato in ordine ai risultati (estensivamente, raggiungimento degli obiettivi formalizzati nell’atto d’incarico e qualità dei comportamenti organizzativi), oltreché sul rispetto delle direttive impartite dall’Amministrazione.

Senonché, in forza di una specificità dilatata a dismisura e mai persuasivamente chiarita alla stregua del dato normativo, a tutt’oggi ogni dispositivo – eternamente sperimentale – per corrispondersi a un obbligo di legge non ha mai avuto il tempo di essere compiutamente messo alla prova, prontamente sostituito dal suo clone e puntualmente naufragato come i suoi precedenti; così come l’ultimo – escogitato dalla Direttiva 36/16 – fatto virtualmente abortire dal ministro Bussetti senza attendere la scadenza del canonico triennio.

Ci si dovrebbe allora chiedere se la perdurante inosservanza delle norme di legge non dipenda dalla natura e funzione del modello testardamente reiterato da un ventennio: che, in luogo di accertare il raggiungimento dei risultati, si prefigge – e dichiara – l’intendimento di accompagnare il dirigente scolastico in un incessante percorso di orientamento, analisi e riflessione sui suoi compiti e sulle sue competenze richieste, sotto costante tutela di esperti – reali o improvvisati – che lo conducano mano nella mano lungo un itinerario di miglioramento continuo destinato a concludersi con la sua collocazione in quiescenza.

(Scritto da un direttore didattico sul cui petto è stata appuntata la luccicante patacca di dirigente nell’anno di grazia 2000 e andato in pensione il primo settembre 2018 senza essere stato mai valutato).