La crisi della democrazia

La crisi della democrazia… come al tempo degli zar

di  Maurizio Tiriticco

E’ semplicemente mostruoso: basta una parola della Merkel e le borse sprofondano! Titolo de “Il Messaggero” di oggi 26 giugno! Possibile che le sorti del pianeta siano oggi così saldamente nelle mani di pochi decisori? Investiti dal voto popolare, è vero, ma… Tutta la nostra storia passata è fatta di pochi, pochissimi “uomini” e milioni di “caporali”! La volontà del Principe, dei principi di ogni tempo, era una e una sola. E per una sua parola migliaia di sudditi, o meglio di soggetti, di non/persone, venivano strappati dai campi in cui lavoravano dall’alba al tramonto come servi e mandati al macello in battaglie campali, in cui ci si ammazzava senza alcun umano perché. E i generali dall’alto delle colline dettavano ordini! Dopo una splendida giornata di sole – la primavera era la stagione migliore per le battaglie più cruente – su quei campi giacevano migliaia di cadaveri, senza un nome, semplicemente ignoti animali da macello. E poi il giorno dopo altri poverissimi servi delle campagne vicine correvano a spogliare i cadaveri di ciò che era rimasto dopo la spoliazione effettuata dai servi soldati superstiti vincitori! Vincitori? Di che? Di che cosa?

Quanto sarebbe durata la loro povera vita? La speranza di vita si aggirava sui 30, 35 anni circa, ma pochissimi superavano questo limite. Anime vive come anime morte. C’era una differenza tra la vita e la morte? Gogol ci ha insegnato che erano solo numeri, sapientemente contati dagli oculati amministratori dei principi, degli zar, che giocando con nomi di defunti facevano il buono e il cattivo tempo. Il nome contava, come numero, non la persona, viva o morta che fosse. Una parola, uno schiocco di dita e la volontà di pochissimi decideva della vita e della morte dei più. Vladimir III di Valacchia non fu l’unico impalatore! E c’era una tecnica raffinatissima per impalare, anche per crocifiggere e bruciare eretici e streghe sui roghi. E quanta ricercatezza nell’esercizio della tortura: se resisti sei salvo; ma, se non resisti, sei reo confesso! E quanta cura nel verbalizzare interrogatori tra una tirata di corda, una squassata, uno sgrassamento, un triangolo! Quanti raffinatissimi strumenti! Il piacere di provocare dolori lancinanti! Meno male che Guillotin inventò la morte veloce: l’inventore della morte dolce, un benefattore dell’umanità!

E’ vero che ci sono state le grandi rivoluzioni, quella borghese che poi ha prodotto Napoleone, un nuovo zar; quella proletaria, che poi ha prodotto Giuseppe Stalin, un altro zar! Ma veniamo a noi, oggi: la crisi della politica, così la chiamiamo; tanti gli “onorevoli” indagati, un Parlamento discreditato e Cinque stelle che si profilano all’orizzonte. E’ vero! Non siamo più servi della gleba e ci lasciano anche protestare. Le lotte contro le discariche, la no tav, le manifestazioni di Piazza San Giovanni, ma gli esodati avanzano… quanti sono? In un paese civile e dotato delle tecnologie più avanzate sembra che nessuno sia capace di contarli! Per non dire dei milioni di “esodati” – si chiameranno in un modo diverso! – della Repubblica popolare cinese! O del terzo e del quarto mondo! E i milioni di bambini anch’essi “esodati” che nei continenti devastati dal colonialismo europeo ieri e dalle multinazionali oggi fabbricano i giocattoli per i nostri bambini più fortunati… ancora! Per quanto?

E un’Onu che non interviene a frenare il massacro siriano. I diritti dell’uomo? Tutti li conosciamo, ma le tante dittature del mondo li violano ogni giorno e le democrazie sembrano affondare in una crisi di cui non si vede l’uscita. Quella moneta, che inventammo per non barattare più grano con carne, per commerciare spezie e tessuti, anche per pagare lautamente capitani di ventura, oggi ha conquistato la sua “indipendenza” e viaggia sovrana! Mentre i prodotti del lavoro non valgono più nulla! E i G20, i G8, i G4… i nuovi grandi della terra tutti in fila e sorridenti nelle foto di rappresentanza, i nuovi zar… tutti democraticamente eletti!

Insomma, valgono solo le parole di pochi o di pochissimi e degli ignoti personaggi che giocano sui tassi, sui bond, sugli spread… e sul sudore di milioni di lavoratori.

A quando una democrazia planetaria in cui contino il lavoro, quello vero, e le parole di tutti? E la moneta torni a fare la moneta! Occorre una terza rivoluzione? Che sia fatta da tutti e autenticamente democratica? Prima dell’apocalisse? Non so…