Concorso, servizio batte laurea

da Italiaoggi

Concorso, servizio batte laurea

Firmato il decreto per la selezione riservata per infanzia e primaria, ora la Gazzetta. Un anno di lavoro pregresso vale quasi tre volte di più

Alessandra Ricciardi

La pubblicazione in Gazzetta ufficiale avverrà ad horas. Il ministro dell’istruzione, Marco Bussetti, ha firmato il decreto che indice la selezione riservata per la scuola dell’infanzia e primaria aperta ai docenti precari che hanno alle spalle due anni di servizio negli ultimi otto. Si tratta di un concorso nato per sanare l’errore della magistratura amministrativa che prima aveva ammesso e poi negato la validità del solo diploma ai fini dell’abilitazione all’insegnamento anche dopo il 2001. Un errore che ha indotto l’amministrazione ad assumere anche a tempo indeterminato i candidati in possesso del titolo e inseriti in posizione utile nelle Gae. Dovendo poi però licenziarli.

Il concorso dunque nasce come atto riparatorio ma è stato aperto anche a quanti non hanno avuto sentenze di licenziamento dei Tar. A farla da padrone nel punteggio finale saranno gli anni di servizio: un anno di contratto vale 5 punti se prestato in scuola statale o paritaria, la laurea in scienza della formazione 1,5; e poi per l’inserimento in graduatorie di merito di precedenti concorsi si otterrà un punteggio di 3,5, per la laurea nelle classi di concorso A-24 e A-25 per la lingua inglese, 2,5. Per l’ulteriore abilitazione 2 punti. Sono 5 i punti per eventuali candidati in possesso dell’abilitazione scientifica nazionale a professore di I o II fascia. Per i titoli culturali e di servizio si avranno complessivamente fino a 70 punti. Per la prova, che consiste nella simulazione di una lezione e in un colloquio successivo con la commissione, al massimo 30.

È saltata la previsione della durata del colloquio, che era di soli 15 minuti nella versione iniziale del decreto. Nel decreto mandato in G.U. è stata cassata a vantaggio della previsione che la commissione «interloquisce con il candidato e accerta altresì la conoscenza della lingua straniera». Resta il contingentamento invece della lezione, 30 minuti.

I 30 punti di valutazione della prova sono così ripartiti: fino a 8 per la capacità di progettazione didattica, e altrettanti per la padronanza dei contenuti delle competenze metodologiche, fino a un massimo di 4 per l’utilizzo delle tecnologie informatiche e di comunicazione, fino a 5 per «l’interlocuzione con la commissione sui contenuti dell’argomento assegnato e sui contenuti del programma generale», altri 5 punti, al massimo, per l’abilità nelle comprensione scritta e nell’orale in una lingua comunitaria, tra francese, inglese, tedesco e spagnolo di livello almeno B2 del quadro comune europeo.

Dal giorno della pubblicazione in Gazzetta, scatteranno i 30 giorni entro i quali i candidati potranno fare domanda, esclusivamente online. Potranno fare istanza di partecipazione sia per infanzia che per primaria ma per una sola regione. La graduatoria che infatti scaturirà dal concorso sarà di ambito regionale e a esaurimento.

Per i commissari, l’amministrazione ha confermato di non voler concedere nessun esonero, richiesta che invece era stata avanzata da Cspi e sindacati per evitare di dover poi fronteggiare la carenza di candidati a componenti delle commissioni, con i successivi ritardi nella procedura.

Nel cronoprogramma di viale Trastevere, la fase delle istanze di partecipazione dovrebbe chiudersi entro fine novembre. Così da fare le convocazioni già a dicembre. Quello che è certo è che al massimo entro la fine delle lezioni la selezione dovrà essere chiusa. Allo scoccare del 30 giugno 2019, infatti, decadranno anche i contratti di supplenza ponte messi in campo dal decreto dignità per i docenti licenziati in seguito alle sentenze. La soluzione del concorso deve arrivare prima anche se avrà effetto a decorrere dal successivo settembre.