La dignità questa sconosciuta

La dignità questa sconosciuta

di Vincenzo Andraous

Stavo seguendo un servizio al tg, persone anziane, sequestrate, torturate, malmenate per entrare in possesso di qualche euro. Che dalla notte dei tempi esistono i banditi, i delinquenti, i malavitosi è cosa risaputa, talmente risaputa, che si conoscono bene le loro sottoculture, codici, le leggi non scritte che tanta filmografia ha ben raccontato. Nell’ascoltare le voci rotte di persone così ingiustamente sofferenti, su quanto sono stati contretti a subire, mi sono sentito spinto avanti, come se dal basso della schiena, fosse salito un fremito così feroce da farmi sobbalzare. Non bisogna essere educande per comprendere  quanta sofferenza c’è in quel “a ogni domanda mi dava un cazzotto, poi non ho capito più niente. Ero convinto di non uscirne vivo”. Anziani indifesi presi a bastonate, manco fosse un’azione da andarne fieri, neppure negli androni più bui della violenza sono accettate queste infamie, e sebbene la criminalità abbia perduto verginità e onore, ancora oggi chi fa del male a donne, anziani e bambini è personaggio da non imitare. Sorge spontanea una domanda, per forza di cose c’è bisogno di una risposta, per non rimanere avvinti alla paura, alla banalità della ripetizione, alla stupefazione incongruente e alla assuefazione del male più indegno. Ma come si può colpire una persona totalmente indifesa, ridurla in poltiglia per arraffare pochi euri, come si può non impattare con un briciolo di umanità, oppure pensare anche lontanamente di farla franca, di non essere arrestati per un reato così odioso e inaccettabile, di non fare i conti con la propria coscienza, perché prima o poi quei conti si dovranno fare, anche chi pensa di non dover farne mai, e quando accadrà, si avrà finalmente giustizia, quella giustizia che a volte rimane anch’essa offesa e umiliata per il sangue degli innocenti sparso all’intorno. Che dire, che pensare, che fare, di fronte ad azioni così inspiegabili e vergognose, troppo facile fare mostra di parole al vetriolo, strette parenti di gestualità patibolari, le parole possono essere macigni e pesano ancor di più se pronunciate da labbra in cui crediamo e che sappiamo nutrire aspettative nei nostri confronti. Picchiare, seviziare, rapinare anziani indifesi non ha niente a che vedere con alcuna umanità seppure derelitta e sconfitta, perché anche quella umanità meno curata e benvoluta, sarebbe una umanità che non accetterebbe una condizione tanto dis-umana e quindi ingiusta. Quanti commettono queste atrocità sono persone che hanno dismesso residenza e domicilio con la propria dignità, senza più remora e rispetto per se stessi. Chi colpisce con tanta efferatezza persone inermi è un individuo che sa bene di non valere niente, e come ha ben detto qualcuno: di somigliare né più ne’ meno  a un bicchiere vuoto capovolto.