Legge di bilancio: il MEF fa cassa con il declassamento dell’Alternanza e della FIT

da Tuttoscuola

Legge di bilancio: il MEF fa cassa con il declassamento dell’Alternanza e della FIT 

Con il decreto legislativo 59/2017 l’ex-ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, intendeva riformare il reclutamento e la formazione iniziale dei docenti della secondaria, trasformando la tradizionale abilitazione in specializzazione accompagnata da tirocinio in servizio (FIT).

Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, con la legge di bilancio 2019 riforma la FIT (d’ora in poi si chiamerà percorso annuale di formazione iniziale e prova), eliminando in particolare la fase successiva al reclutamento con formazione e tirocinio in servizio, ottenendo con questa semplificazione tre risultati: superamento dell’abilitazione-specializzazione, abbreviazione dell’iter concorsuale e risparmio per la non remunerazione dei candidati in anno di formazione. La relazione tecnica che accompagna la manovra quantifica questo risparmio annuo in 12 milioni di euro che ritornano nelle casse statali.

Restano le incognite sulla qualità professionale che uscirà dal nuovo processo di reclutamento dei professori (che peraltro non erano cancellate con il percorso FIT), ma non vi è dubbio che almeno il risparmio conseguente alle nuove procedure è assicurato.

Un cambiamento ancor più radicale dell’ex-FIT riguarderà l’Alternanza Scuola Lavoro (anch’essa cambia denominazione in percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento), riformata già per quest’anno scolastico in corso.

In attesa di conoscerne le linee guida che verranno emanate entro il febbraio 2019 e con la certezza già acquisita che sia i percorsi precedenti che quelli attuali non avranno per ora peso per l’ammissione all’esame di maturità, l’orario obbligatorio nel triennio conclusivo dei nuovi percorsi è drasticamente ridotto da 400 ore nel triennio, a non meno di 180 negli istituti professionali, da 400 ore nel triennio, a non meno di 150 negli istituti tecnici e da 200 ore nel triennio, a non meno di 90 nei licei. Il ministro Bussetti ha comunque specificato che “se un istituto vuole farne di più è libero di farlo” (ma saranno finanziate?).

Secondo la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge, vi sarà una riduzione complessiva delle ore dei percorsi, pari al 58,23% e, conseguentemente, vi sarà anche una riduzione nel fabbisogno di spesa di 56,52 milioni di euro a decorrere dall’anno scolastico 2018/2019 (su uno stanziamento di 97,05 milioni a regime).

Anche per questa riforma restano tutte le incognite sulla qualità formativa e d’orientamento per gli studenti che uscirà dai nuovi percorsi, ma non vi è dubbio che almeno il risparmio conseguente alle nuove procedure è assicurato.

Due riforme caratterizzate da semplificazioni e riduzioni che, comunque, fruttano un risparmio di quasi 70 milioni da portare alle casse statali esauste che “fanno legna” per altre riforme giallo-verdi.