Quale futuro per l’alternanza scuola-lavoro

Quale futuro per l’alternanza scuola-lavoro

L’ANP è in più occasioni intervenuta per sostenere la validità formativa dell’alternanza scuola-lavoro (ASL) che, resa obbligatoria dalla legge 107/2015, ha visto gli studenti coinvolti in iniziative esterne alle aule scolastiche ma incardinate nel curricolo di istituto e realizzate sia in orario di lezione mattutino che di pomeriggio. Come è noto, l’ASL punta a promuovere l’integrazione tra scuola e tessuto socioeconomico ma, soprattutto, a facilitare l’orientamento alle scelte future (di studio o di lavoro) degli studenti stessi. Si tratta di una esperienza necessaria per conseguire uno sviluppo personale completo perché il contatto con il mondo del lavoro consente di acquisire alcune competenze – le cosiddette soft skills – che la classica formazione scolastica sostanzialmente ignora, privilegiando un approccio didattico prevalentemente “frontale” e trasmissivo.

Di fronte al testo della manovra finanziaria per il 2019 che, già dal corrente anno scolastico, trasforma l’ASL in percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, l’ANP ribadisce la propria contrarietà.

La riduzione del numero minimo di ore obbligatorie porterà ad un nuovo “taglio” dei finanziamenti finalizzati all’istruzione – e l’Italia non brilla certo per la percentuale di PIL ad essa dedicata – con conseguente pregiudizio nei confronti dei numerosissimi studenti che hanno partecipato ad ottimi percorsi di alternanza. È del tutto comprensibile che le scuole che hanno affrontato i percorsi di ASL senza avere pregresse esperienze significative sul campo possano sentirsi inizialmente sollevate ma rischiamo, sul periodo medio-lungo, di aumentare nel Paese il divario di successo formativo che già affligge i nostri studenti.

Per prevenire queste conseguenze negative, l’ANP ritiene necessario che si assicurino comunque le risorse per rendere realizzabili le scelte già effettuate dalle istituzioni scolastiche autonome, anche per evitare che esse siano costrette a rivedere le convenzioni eventualmente sottoscritte con le aziende e a rimodulare i progetti di alternanza, a discapito della coerenza didattica e della qualità dell’offerta formativa promessa agli studenti.

Sembra inoltre che le nuove linee guida, da emanarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio 2019, obbligheranno le scuole a gestire l’attività di ASL seguendo due differenti regimi giuridici: uno fino al 31 dicembre 2018 ed uno fino alla conclusione dell’anno scolastico. Si tratta, in tutta evidenza, di una ulteriore complicazione gestionale, a fronte di tutte le istanze di semplificazione che da anni presentiamo e che non ci stancheremo di sostenere.

Chiediamo pertanto che l’Amministrazione riconsideri la materia e che proponga, in sede di approvazione della legge di bilancio, il mantenimento del monte orario e del finanziamento attualmente previsto, introducendo semmai opportuni indicatori di qualità dei percorsi di ASL.