Dal gioco alla presa in carico: arriva a Bergamo il laboratorio per bambini autistici

Redattore Sociale del 21-11-2018

Dal gioco alla presa in carico: arriva a Bergamo il laboratorio per bambini autistici

Al via a dicembre il progetto “Giochiamoci” dell’associazione “Autismo È”: un laboratorio per bambini e adolescenti autistici, dove imparare con il gioco “strategie per vivere nel mondo dei neurotipici”. Salvi (Autismo È): “Hanno un quoziente intellettivo sopra la norma, ma difficoltà nelle relazioni sociali”.

MOZZO (BG). “L’autismo non è una malattia ma una modalità di funzionamento differente”. Parte da qui Silvana Salvi dell’associazione “Autismo È” per parlare del progetto “Giochiamoci”, al via a dicembre nella sede dell’associazione di Mozzo, in provincia di Bergamo. Si tratta di un laboratorio di gioco dove vengono strutturati piccoli gruppi da 3-5 ragazzi autistici, con la finalità di strutturare le loro abilità sociali proprio perché “anche se in Italia viene trattato in medicina serve in realtà la presa in carico psicoeducativa” dice Salvi. “Non si parla affatto solo di giocare o di un laboratorio – spiega – ma di imparare ad usare una regola, a rispettare l’attesa, il contatto fisico, la verbalizzazione”. Per fare ciò “bisogna lavorare di fantasia” passando dai giochi in scatola ad altri più complicati e strutturati pensati dagli operatori stessi per “lavorare sotto profilo dell’immagine invece che in forma verbale” ribadisce Silvana Salvi. “Alcuni di questi ragazzi non leggono le mimiche facciali, per esempio, non guardano negli occhi, altri sono dotati di iper udito. Bisogna insegnare loro delle strategie per vivere e relazionarsi con il mondo dei neurotipici”.

L’associazione “Autismo È” gestisce progetti che vanno dalla formazione scolastica, all’escursionismo in montagna per “sperimentarsi” negli spazi esterni, fino al centro bowling che esiste proprio a Mozzo e offre queste attività a “bambini, adolescenti, giovani e giovani adulti e di tutto lo spettro autistico: una schiera di persone che vanno dal basso all’altissimo funzionamento, con anche una compagine legata alla sindrome di Asperger e serve quindi un lavoro segmentato”. Un lavoro che per “Giochiamoci” partirà dalla presa in carico dei giovani in accordo con la famiglia, per fare prima una valutazione e strutturare in seguito dei percorsi individuali. Che dovranno tener conto del fatto che “questi bambini, quasi tutti, hanno delle dinamiche di funzionamento intellettivo molto elevato, con un quoziente al di sopra della norma, ma le difficoltà della loro vita stanno nel costruire relazioni sociali”. A collaborare in questo percorso anche la psicopedagogista Enza Crivelli e il neuropsichiatra Oreste Ferrari, membri dell’equipe abilitativa dell’associazione bergamasca, ma sopratutto due delle figure responsabili per l’autismo nel Polo di Neuropsichiatria “Il Tubero” di Anffas a Crema, centro specialistico che esiste in Lombardia da oltre vent’anni. (Francesco Floris)