Scuola, a pulire tornano i bidelli: annunciate 12mila assunzioni

da la Repubblica

Un emendamento alla Legge di Bilancio approvato alla Camera dà il via libera alla gestione di nuovo interna delle pulizie dal 2020. I sindacati: “Un passo avanti, ma rischia di non garantire tutti i lavoratori che sino ad oggi erano occupati con gli appalti”. I presidi favorevoli

Ilaria Venturi

A pulire le scuole tornano i bidelli. Una misura richiesta da tempo dai presidi, che trova il via libera da Miur e sindacati: via gli appalti affidati a ditte esterne – era così dai primi anni 2000 – il servizio torna all’interno degli istituti, affidato al personale Ata. Un’operazione che determinerebbe lo sblocco degli 11.857 posti di collaboratore scolastico accantonati e attualmente ricoperti dai lavoratori delle imprese private di pulizia. La novità sta in un emendamento alla Legge di Bilancio, approvato dalla commissione Bilancio della Camera, che dà certezza sull’internalizzazione dei servizi di pulizia e ausiliariato nelle scuole di ogni ordine e grado a far data dal primo gennaio 2020.

“Siamo assolutamente d’accordo perché la gestione dei rapporti esternalizzati si è rilevata molto difficoltosa – commenta Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi – in questo modo il personale interno potrà occuparsi anche della vigilanza, cosa che non potevamo chiedere agli addetti delle agenzie. E le pulizie saranno direttamente sotto il controllo dei dirigenti. L’unica critica è che il 2020 è un po’ troppo in là, si poteva partire già da quest’anno”.

L’emendamento prevede che per ricoprire i posti necessari allo svolgimento di tali servizi verrà avviata dal Miur una procedura selettiva per titoli e colloqui per procedere alle assunzioni dei dipendenti a tempo indeterminato presso le imprese che attualmente svolgono i servizi di pulizia e ausiliariato in appalto. A darne notizia è al Filcams Cgil. Le risorse destinate al processo di internalizzazione provengono dal superamento del decreto del Presidente della Repubblica del 2009 che ha istituito i cosiddetti posti “Ata accantonati” dal valore di circa 292 milioni. Per stare in questi limiti di spesa le assunzioni potranno essere effettuate anche a part time. Si prevede inoltre un ulteriore stanziamento di risorse pari a 94 milioni, che si aggiungono ai 96 già stanziati fino a giugno 2019, per la copertura dell’intero anno procedendo con la proroga dell’attuale convenzione Consip.

“Un risultato positivo – commentano Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil  – l’emendamento approvato è un importante passo verso il compimento di tale percorso”. Ma i sindacati mettono in guardia: il provvedimento così come scritto non dà garanzie a tutta la platea dei lavoratori che da quasi vent’anni sono occupati negli appalti delle scuole”. La Cisl Scuola chiede, con la segretaria Lena Gissi, che si “faccia un piano di azione complessivo per programmare gli inserimenti nelle scuole, tutelando sia i lavoratori delle cooperative che potrebbero non avere titolo sia i collaboratori scolastici precari che aspettano da anni”.

Soddisfatto Luigi Gallo del M5s, presidente della commissione Cultura della Camera: “Abbiamo fermato la piaga dell’assistenzialismo di Stato alle imprese negli appalti delle pulizie nelle scuole e riconsegnato diritti ai lavoratori storici”. Gallo mette in fila i provvedimenti: “Dodicimila assunzioni in sostituzione degli appalti nelle scuole, più duemila insegnanti per il tempo pieno, un maggiore incremento al fondo ordinario per rilanciare università e ricerca, dieci milioni per le borse di studio: sono tutti segnali di un cambiamento di verso rispetto al governo precedente nel settore della cultura. Stiamo ridando dignità al mondo della scuola”.