Scuola, 4 miliardi di tagli penalizzato il sostegno

da  la Repubblica

Gli effetti della manovra economica

Ilaria Venturi

Tagli per oltre quattro miliardi nel triennio, a partire dal 2020.

Nessuna assunzione per il prossimo anno, se non duemila posti per il tempo pieno alla primaria, 400 docenti nei licei musicali e 290 educatori. Ma la polemica scoppia in particolare sul sostegno, la parte più fragile degli alunni: qui la sforbiciata è di oltre un miliardo.

La legge di Bilancio sulla scuola parte da queste cifre, terreno dove si consuma lo scontro più acceso tra M5s e Pd, mentre i sindacati annunciano una mobilitazione a gennaio: «La scuola è fortemente penalizzata». Vediamo con ordine. Per il 2019 ci sono quasi 9 milioni in più per l’istruzione, ma nel triennio il segno meno è davanti a 4 miliardi e 600 milioni: quasi 2,5 per il primo ciclo e oltre 1,1 per le superiori. E poi: meno 450 milioni per l’edilizia, un milione che scompare alle voci “lotta alla dispersione e prevenzione del disagio giovanile”, “valorizzazione delle eccellenze” e “innovazione”.

Ancora: venti milioni in meno sul supporto alle famiglie per il diritto allo studio. Sul reclutamento dei presidi ci sono 5 milioni per il 2019, meno 23 sul triennio.

I numeri sono contestati da Luigi Gallo del M5S, presidente della commissione Cultura alla Camera: «L’incremento per il 2019, rispetto a quanto programmato dal Pd, è di 2,6 miliardi». Gallo ammette: «È vero che nel 2020 e nel 2021 i fondi sono più bassi ma non abbiamo ancora fatto le leggi di Bilancio per quegli anni». S’infuria Simona Malpezzi, vicepresidente del gruppo Pd: «Ci dicano dov’è questo aumento perché non si vede. L’ultima manovra Gentiloni ha fatto 18mila assunzioni, qui ne vediamo duemila. E zero per il sostegno». Sul tempo pieno la strada è lunga, occorrerebbero 41mila maestri per assicurarlo a tutti gli alunni. Il fronte del sostegno ai disabili è quello più caldo. Se per il 2019 sono iscritte le risorse per pagare i 40 mila insegnanti in deroga, ovvero i supplenti, «queste risorse scompaiono per i due anni successivi», denuncia Anief. In realtà è una convenzione contabile. Ma che ancora una volta non garantirà continuità didattica agli alunni che più ne hanno bisogno. «Per gli interventi di integrazione degli studenti con bisogni educativi speciali incluse le spese del personale (docenti di sostegno) si passa da 3.489.483.406 euro del 2019 a 2.457.126.374 euro del 2021» twitta il Dem Paolo Siani.

Cifre che secondo Anief «dovranno essere recuperate già da domani se non si vorrà ledere il diritto all’istruzione di 80mila alunni disabili, uno su quattro», più che raddoppiati negli ultimi dieci anni. Il governo confida in una minor spesa sul personale visto, al contrario, il calo della popolazione da 3 a 18 anni (un milione in meno da qui al 2028).

Intanto, contesta la Flc-Cgil con Annamaria Santoro «non si vedono investimenti e assunzioni, solo piccoli aggiustamenti e misure a costo zero». La manovra cambia il reclutamento: basterà un anno di prova, non più la formazione di tre anni (Fit), dopo il concorso per insegnare nella secondaria. La cancellazione del Fit porterà a un risparmio di 12 milioni annui. «I concorsi saranno banditi nelle Regioni e per le discipline con posti vacanti — scrive il ministro Marco Bussetti —. Chi vincerà avrà la garanzia del posto nella Regione scelta, ma dovrà rimanerci per cinque anni». Il Fondo per il funzionamento delle scuole cresce di 174 milioni nel 2020 e di 79 nel 2021. Confermato poi il taglio delle ore di alternanza scuola-lavoro (50 milioni in meno) e abrogata la chiamata diretta. Altro punto dolente: mancano risorse per il rinnovo contrattuale degli insegnanti dal 2019, ma il ministro all’Istruzione afferma che sono previsti 1,7 miliardi all’anno. «Nessuna risposta a più di centomila precari della scuola, docenti e personale Ata — attacca Lena Gissi della Cisl Scuola — questo è grave. A Bussetti chiediamo di non svendere il nostro settore, è un’ecatombe se non troveranno risorse per il 2020 e 2021».