Sostegno: la mancata perequazione nella distribuzione dei posti sul territorio

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da Tuttoscuola

L’Istat ha pubblicato in questi giorni un’interessante ricerca sulla disabilità all’interno del mondo della scuola italiana. Una ricerca che, come già aveva evidenziato un rigoroso studio della Corte dei Conti dell’estate scorsa, mette in evidenza, accanto ai tanti meriti del sistema per assicurare il diritto allo studio degli alunni con disabilità, anche i limiti e le criticità degli interventi dei diversi soggetti pubblici preposti (Ministero dell’istruzione ed Enti Locali).

Una criticità rimasta in ombra e che Tuttoscuola più volte ha evidenziato è quella della perequazione mancata nella distribuzione dei posti di sostegno sul territorio.

In base alla legge (comma 2-bis, art. 15, legge 128/2013), il rapporto tra posti di sostegno comunque attivati e posti stabilizzati in organico di diritto deve rispondere a criteri di equità. La legge recita infatti:  Dall’anno scolastico 2014/2015 il riparto dei posti… è assicurato equamente a livello regionale, in modo da determinare una situazione di organico di diritto dei posti di sostegno percentualmente uguale nei territori.

Il riparto di cui parla la legge è la distribuzione dei posti di sostegno in organico di diritto sul territorio. In base a quel dispositivo di legge, dunque, il rapporto medio nazionale pari al 60,3% dei posti in organico di diritto rispetto alla totalità dei posti di sostegno dovrebbe essere assicurato su tutto il territorio, almeno a livello regionale o di area geografica.

La situazione rilevata per l’anno scolastico 2018-19 evidenzia, invece, un quadro fortemente sperequato. Le regioni del Nord Ovest, del Centro Italia e delle Isole registrano un rapporto di stabilizzazione dei posti al di sotto della media nazionale del 60,3%, facendo registrare rispettivamente il 56,6%, il 57,6% e il 57,3%.