Manovra & Sociale

Vita.it del 09-01-2019

Manovra & Sociale, ecco com’e’ andata 

Una scheda riassuntiva dei provvedimenti più significativi nel campo del welfare. Bene su azzardo e disabilità. Diminuiscono invece i fondi per servizio civile e cooperazione allo sviluppo. Ma il carico da 90 è stata la pasticciata imboscata del raddoppio dell’Ires. La valutazione complessiva non può quindi che essere negativa.

RADDOPPIO DELL’IRES ALLE NON PROFIT.
Un fulmine a ciel sereno. Il maxiemendamento che ha definito la legge di Bilancio 2019 ha portato dal 12 al 24% la tassazione Ires agli enti non commerciali a seguito della abrogazione dello speciale regime agevolativo previsto all’art. 6 del D.P.R. 601/1973. Questo inciderà ovviamente sul piano finanziario degli enti impegnati in settori particolarmente sensibili, come assistenza sociale e sanitaria, educazione, beneficenza e ricerca, con possibile effetto negativo anche sulla quantità dei servizi erogati. Il vicepremier Lugi di Maio, il suo parigrado Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte hanno subito fatto marcia indietro dichiarando che sarebbero intervenuti per correggere la norma col primo provvedimento possibile. Il nodo? Trovare a strettissimo giro le coperture economiche necessarie alla soppressione del raddoppio dell’Ires (118 milioni per il 2019 e di 158 milioni dal 2020 in avanti).

SERVIZIO CIVILE.
Ammonta a quasi 200 milioni la dotazione complessiva del fondo nazionale Servizio Civile a disposizione per l’anno 2019. Un budget sufficiente per appena 35mila volontari in Italia e 1.000 all’estero nel contingente nel contingente dell’anno in corso, ben al di sotto dei 53mila volontari avviati nel 2018 e ben lontano dalle oltre 110mila domande presentate dai ragazzi (dato 2018)

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO.
Negli ultimi anni l’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) dell’Italia ha avuto un andamento crescente, passando dallo 0,17% del Pil nel 2013 a quasi lo 0,30% (0,294%) nel 2017» Tale progressione sarebbe dovuta continuare cofino a raggiungere la media europea dello 0,5% del Pil, come indica la legge 125/2014 e lo stesso governo aveva programmato nella nota di aggiornamento al Def disettembre. Invece la legge di Bilancio inverte tale progressione fissando per il prossimo triennio un andamento decrescente: 0,289% nel 2019 e 0,262% per i due anni successivi.

SCUOLA.
Previsto un aumento di organico di 2mila posti nella scuola primaria per l’estensione del tempo pieno: un obiettivo strategico, ma ben lontano dal tempo pieno per tutti, fin da subito annunciato da Di Maio. Il recentissimo FIT, percorso formativo triennale previsto per il reclutamento di nuovi insegnanti nella scuola secondaria, viene cancellato: si torna a un semplice percorso annuale di formazione iniziale e prova (comma 792). La Manovra aumenta di 25 milioni di euro l’anno le risorse destinate al trasporto e assistenza degli alunni con disabilità (ex Province): in realtà, come rileva Carlo Giacobini su Handylex, non essendoci risorse precedentemente stanziate per gli anni 2019, 2020 e 2021, per come il coma su questi capitolo risultano esserci solo questi 25 milioni annui. 

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO.
I percorsi di alternanza scuola-lavoro vengono ribattezzati “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” e già nell’anno scolastico in corso dureranno meno: non meno di 90 ore nei Licei (oggi sono 200), di 150 ore nei Tecnici (oggi sono 400), di 210 nei Professionali (oggi sono 400). Le scuole avranno solo le risorse necessarie a realizzare il numero minimo di ore. Entro 60 giorni arriveranno delle nuove linee guida (comma 784 e sgg).

DISABILITA’.
La Legge di Bilancio riporta a 56,1 milioni di euro per il 2019 il fondo relativo al “dopo di noi”, ossia alla quota originaria prevista a regime dalla legge 112/2016. Per l’anno 2018 e 2019 il governo Gentiloni aveva previsto un taglio di 5 milioni annui, taglio che viene ora cancellato per il 2019 (comma 455). Sul fronte disabilità va segnalato anche uno stanziamento aggiuntivo di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021 per il Fondo Non Autosufficienze e l’incremento di 5 milioni all’anno del Fondo a sostegno dei caregiver familiari, che però ancora attende una legge. 

POVERTA’.
Le legge di bilancio istituisce il “Fondo per il Reddito di Cittadinanza” per finanziare la Pensione e il Reddito di Cittadinanza. Prevista una dotazione pari a 7.100 milioni di euro per l’anno 2019, 8.055 milioni di euro per l’anno 2020 e 8.317 milioni di euro per il 2021. Il decreto attuativo, ancora in discussione, indica già cifre più basse. Confermato il “Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile”, finanziato da un meccanismo di credito d’imposta concesso alle fondazioni di origine bancaria: viene però ridotta l’entità del credito e pertanto la dotazione del Fondo passerà da 100 a 55 milioni di euro all’anno (commi 255 e sgg, 478, 480)

EDUCATORI PROFESSIONALI.
La legge di bilancio autorizza gli educatori professionali socio-pedagogici a lavorare anche servizi e nei presìdi socio-sanitari. È stata messa una toppa in questo modo ai problemi apertisi con la legge di Bilancio dello scorso anno, che escludeva gli educatori socio-pedagogici dai servizi socio-sanitari, benché in moltissimi ci lavorino da anni. Questa però deve essere l’occasione per rivedere le competenze e la formazione dell’educatore professionale, come operatore dell’inclusione, che tiene insieme nella sua stessa figura l’integrazione socio-sanitaria (comma 517).

EX IPAB.
Ennesima modifica alla norma più travagliata del codice del Terzo Settore: l’art. 79[2]. Si tratta dell’introduzione di una norma riferita a quegli enti e Opere pie che, nel corso dei secoli, hanno svolto attività di assistenza ai poveri, agli anziani, agli ammalati. 
La norma riconosce quindi una nuova ipotesi di de-commercializzazione ad una categoria particolare. Questa ipotesi è però sottoposta a particolari condizioni, tra le quali si segnalano il totale reinvestimento degli utili nell’attività sanitaria o socio-sanitaria e il fatto che non sia “deliberato alcun compenso a favore degli organi amministrativi”.

AZZARDO.
Le tasse sull’azzardo crescono. La manovra prevede infatti un incremento del Prelievo Erariale Unico, l’imposta che sostituisce l’Iva nel settore “azzardo legale”, a partire dal 1 gennaio 2019. In ragione della manovra, il PREU è aumentato dell’1,35% sulle slot machine e dell’1,25% sulle VLT, le macchinette presenti solo nelle sale gioco appositamente dedicate. Al contempo, ci sono stati ritocchi al cosiddetto payout, ovvero alla percentuale di possibilità di vincita del giocatore: il payout delle Vlt diminuisce del 1 %, mentre cala del 2% per le macchinette da bar. Viene inoltre previsto l’aumento del prelievo fiscale anche per le scommesse a quota fissa su rete fisica, ad eccezione di quelle ippiche: la nuova tassazione è del 20%. Le scommesse online, invece, pagheranno il 24%. Per le scommesse virtuali l’imposta passa al 22%, mentre per gli altri giochi online sarà il 25% di quanto giocato. Altre norme, che dovranno trovare sostanza in appositi decreti attuativi, sono previste per il cosiddetto “restyling” del totocalcio e per il rilancio del Casinò di Campione d’Italia.

BONUS SPORT.
Introdotto già, nel 2017, con la legge di bilancio per il 2017; disciplinato dal Dpcm 23 aprile 2018; è stato confermato, per il 2019, dai commi 621 e seguenti. Si tratta di un credito d’imposta pari, attualmente, al 65% delle erogazioni liberali effettuate, nel solo 2019, da soggetti Ires e Irpef, per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche.

A differenza della precedente norma, pertanto:
– la misura è stata estesa anche alle erogazioni liberali di persone fisiche ed enti non commerciali non esercenti attività d’impresa; 
– l’aliquota è stata portata dal 50% al 65%; 
è stato innalzato il tetto del 3xmille, portandolo al 10xmille; 
– è stato tolto il tetto dei 40mila euro; 
– è stato innalzato lo stanziamento di spesa da 10 a 13,2 milioni.