Numero di alunni per classe: la proposta di legge che vuole abbassarlo

da Tuttoscuola

Sta per iniziare il suo iter legislativo alla Camera la proposta di legge n. 877, presentata da deputati del M5S (primo firmatario l’on. Lucia Azzolina), che potrebbe cambiare la gestione delle classi, il rapporto educativo e fors’anche le condizioni di apprendimento per gli studenti.

L’obiettivo della proposta è annullare la riforma Tremonti-Gelmini che una decina di anni fa con la legge 133/2008 innalzò di un punto in un triennio il rapporto alunni/docente, portandolo da 8,94 del 2008 a 9,94 del 2012, per una “migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente”.

L’effetto di quella disposizione, come ricordano i promotori della proposta di legge, fu, invece, una pesante contrazione di posti per un totale oltre 67 mila unità.

Vi fu anche un altro effetto: l’affollamento eccessivo delle classi conseguente all’applicazione di quella norma che con il DPR 81/2009 fissò nuovi e più alti livelli del numero per classe per ottenere quella maggiorazione di un punto del rapporto alunni/docenti.

La proposta grillina vuole ritornare al passato, abbassando gradualmente quel rapporto di un punto entro il 2022/2023. Per ottenere quel risultato è previsto che a livello nazionale il rapporto alunni/classe diminuisca di 0,40 nel triennio 2019-2021.

Inoltre in ogni classe iniziale di ogni ordine e grado non potranno esserci più di 23 alunni, e non più di 20 nel caso vi siano alunni con disabilità.

Con la proposta di legge puntiamo a fissare un tetto massimo di 22 studenti per ogni classe delle scuole primarie e secondarie. Attualmente la normativa prevede che nelle scuole primarie si possano avere fino a 27 studenti per classe, numero che aumenta a 28 nella secondarie di primo grado e addirittura a 33 – con la possibilità di derogare fino a 36 – per le secondarie di secondo grado“. Così Lucia Azzolina e Vittoria Casa, rispettivamente prima firmataria e relatrice della proposta di legge in discussione in commissione Cultura a Montecitorio. “Come si può pensare di offrire un servizio di qualità con cifre come queste? Senza pensare – proseguono Azzolina e Casa – che in Italia ci sono circa 200mila studenti con disabilità, che in aule sovraffollate non potrebbero mai fare un serio percorso di inclusione. Dicendo basta alle ‘classi pollaio’ saremo anche in grado di ripristinare le migliaia di posti di lavoro tagliati dalla legge Gelmini che ha aumentato il rapporto tra insegnanti e alunni. Rispetto a quanto è stato fatto in passato, si inverte completamente la rotta: lo scopo è mettere al centro un apprendimento di qualità, sostenendo i più deboli e permettendo agli insegnanti di svolgere con più dignità il loro lavoro”, concludono le deputate del MoVimento 5 Stelle.

Come viene ricordato nella relazione che accompagna la proposta di legge, l‘abbassamento del numero di alunni per classe riporta la situazione ad un livello di sicurezza conformemente alle norme antincendio (decreto ministero interni 26.08.1992) che fissano il numero massimo di persone in una aula in 26 (25 alunni e l’insegnante).

Ma lo sfoltimento delle aule avrebbe soprattutto un benefico effetto sulla conduzione delle attività didattiche e sul rapporto educativo docente/alunno.

Senza contare che vi sarebbe un aumento del numero delle classi e un sensibile incremento dell’organico docenti.

La proposta di legge individua anche le risorse necessarie per finanziare questo ritorno al passato che sembra vestirsi di una nuova qualità organizzativa e didattica.