Writers

CON WRITERS LA LETTERATURA DIVENTA UN GIOCO

Maria Rosaria Chirulli, ideatrice del gioco che porta al tavolo i classici, ci spiega come e perché è nata quest’idea. Un esercizio di libertà che fa leva sul naturale istinto ad apprendere, comprendere, crescere, esplorare, divertirsi e socializzare 

D.: Com’è nata l’idea di Writers?

R.: E’ nata a scuola, quattro anni fa. Insegno Materie letterarie nel settore professionale dell’IISS “Leonardo Da Vinci” a Martina Franca, nel plesso dell’ex “Motolese”. Ho un ricordo molto nitido: ero in sostituzione, in una di quelle ore che gli studenti vivonocome spazio liberatorio rispetto all’ordinario svolgimento del tempo scolastico. Quella mattina la classe, era una quarta ad indirizzo grafico, mi chiese di giocare a “Tabù”. Non solo acconsentii, ma volli giocare con loro. L’ora volò piacevolmente,e mi stimolò a inventare un gioco che avesse la stessa efficacia nel promuovere curiosità e piacere rispetto alla letteratura, ai classici che a scuola dovrebbero essere di casa. 

D.: Dovrebbero?

R.:  Purtroppo sì. Sappiamo che l’Italia è agli ultimi posti per la diffusione della lettura in generale. Per la diffusione della lettura dei classici la situazione è ancor più grave. Allora occorrerà ammettere, anche se  ci fa male, che la scuola ha fallito, ma questo deve spronarci a ripensare la pratica della lettura dei classici: i libri letti per dovere raramente aprono ad autentiche esperienze di lettura. La letteratura prescritta come “ricetta” o soluzione dei problemi esistenziali, come qualcosa che ci rende migliori di altri, non funziona. Dove c’è costrizione l’esperienza della lettura diventa sterile. Non sarà certo la letteratura a farci uscire dal labirinto che è la vita. La lettura di un romanzo somiglia al superenalotto: placa temporaneamente, con un appagamento fittizio ma piacevole, il desiderio di dare una svolta alla nostra vita, di immaginare una vita diversa.

D.: E quindi che fare?

R.: Non ho la presunzione di possedere la risposta definitiva, se mai ci fosse. La mia è una proposta, che parte dalla constatazione che gioco e letteratura hanno tanto in comune. In entrambi infatti è contenuta l’idea di una finzione, di una simulazione, di un’azione libera situata fuori dalla vita vera,  ma che al tempo stesso porta il giocatore e il lettore a immedesimarsi. Da qualche anno, quando avvio il percorso letterario con ragazze e ragazzi molto prevenuti rispetto ai classici, uso due esche: i Ching e una citazione di Nobocov. Il primo per far comprendere che la letteratura è nata, in Oriente, come arte divinatoria e le parole di Nabocov (“La letteratura non è nata il giorno in cui un ragazzo, gridando al lupo al lupo, uscì di corsa dalla valle di Neanderthal con un gran lupo grigio alle calcagna: è nata il giorno in cui un ragazzo arrivò gridando al lupo al lupo, e non c’erano lupi dietro di lui. Non ha molta importanza che il poverino, per aver mentito troppo spesso, sia stato alla fine divorato da un lupo. L’importante è che tra il lupo del grande prato e il lupo della grande frottola c’è un magico intermediario: questo intermediario, questo prisma, è l’arte della letteratura.”) per sottolineare un aspetto della letteratura che sfugge: l’essere finzione, gioco incantatorio.

D.: Quindi letteratura e gioco hanno tanto in comune.

R.: Proprio così. Ma anche l’esperienza della lettura ha tanto di ludico. E’ evasione, è esercizio di libertà, è piacere, è sospensione del tempo e dell’incredulità. Il lettore, come il giocatore, sa che non trae un utile pratico da ciò che lo impegna, eppure è coinvolto emotivamente. Ci crede, si appassiona!

D.: Ma torniamo all’idea di Writers. Dopo quella mattina sei tornata a casa e…

R.: Mi sono messa a pensare e ho immaginato i volti degli scrittori, sono andata a cercarli in Rete. Ecco, mi sono detta, le prime carte dovranno essere i ritratti dei classici. Era dicembre e mio figlio, studente dell’Accademia di Belle Arti a Roma, da lì a poco sarebbe tornato per le vacanze: gli avrei chiesto di realizzarli per il  gioco che andava costruendosi nella mia mente. 

D.: Mario Petrachi è infatti l’illustratore che, da quel che leggo sul retro della scatola, è anche un tatuatore. Ha   accettato di collaborare all’ idea, anche se veniva dalla mamma?

R.: Sì, in effetti non ne ero certa. In genere i figli giocano a far da Bastian contrario. Ma a Mario l’idea è piaciuta molto. Ci ha creduto e ha voluto dare la propria voce pittorica ai ritratti dei classici. Con matita,  inchiostro di china e acquerelli si è messo all’opera, rivisitando in modo personale i volti delle scrittrici e degli scrittori che sarebbero entrati in Writers. Il passaggio successivo è stato dare una veste grafica e a farlo è stato Francesco Torricelli, un grafico, appunto. Il suo contributo è stato davvero grande. 

D.: Gli autori presenti in Writers sono 21.

R.: No, in realtà erano 28, poi diventati 24, infine si è deciso di utilizzarne 21. Writers ha avuto una lunga gestazione e tanti passaggi. Tra i quali mi preme sottolineare il ruolo di coach svolto dal prof. Roberto Maragliano e la prima sperimentazione del giocoa Civita di Bagnoregio, nell’ambito del Festival Letterario “La parola che non muore”, voluta dal suo direttore artistico Gianfranco Liviano D’Arcangelo, nell’ottobre del 2016. 

D.: C’è una ragione per cui il numero degli scrittori presenti in Writers è 21?

R.: Il 21 in molte culture è considerato il numero della perfezione,in quanto risultato della moltiplicazione fra 3 e 7, a loro volta considerati perfetti. Anche nella religione cattolica sono ventuno le caratteristiche della saggezza e nella religione ebraica le lettere della parola Dio, sommate danno appunto questa cifra. Con Antonio Saccoccio, la cui casa editrice si chiama proprio  Avanguardia 21, abbiamo pensato che sarebbe stato  simpatico che in Writers i classici fossero proprio 21.

D.: Il mazzo si compone di 210 carte. 

R.: Sì, per ciascun autore/autrice ci sono tre carte che contengono aneddoti davvero curiosi, che non si trovano nei manuali scolastici; quattro carte che contengono citazioni tratte dalle loro opere, note e meno note; una carta-oroscopo, perché contiene data e luogo di nascita e data e luogo di morte; e infine una carta jolly. In tutto per ciascun autore ci sono 9 carte da abbinare. 

D.: Quindi si tratta di un gioco combinatorio. Ci sono regole precise da seguire?

R.: Writers, che è accompagnato da un libretto contenente alcune modalità di gioco e le soluzioni degli abbinamenti fra le carte, in realtà è un gioco molto versatile perché offre la possibilità di scegliere liberamente con quali autori/autrici giocare e inventare di volta in volta tantissime modalità di gioco, adattandole al gruppo o alle squadre che potranno gareggiare tra loro. Si possono scegliere  alcuni degli autori con cui  giocare, oppure si può decidere di giocare con tutti e 21 gli autori, utilizzando magari solo le carte degli aneddoti, tirando così a indovinare, per il puro piacere di giocare. L’animatore, ma anche il gruppo stesso, servendosi delle soluzioni contenute nel libretto, può costruire il proprio mazzo e giocarci.

D.: Quindi niente paura:  per giocare a Writers non è  importante non avere una cultura letteraria?  

R.: Assolutamente no. Writers vuole promuovere la cultura letteraria bandendo la paura e quel senso di soggezione e di timore reverenziale, di inadeguatezza rispetto alle opere letterarie. Lo scopo del gioco è giocare, come lo scopo della letteratura è la letteratura che è, o ci auguriamo lo diventi, un bene comune. E perché divenga realmente tale occorre far scendere dalla torre d’avorio i classici. Julio Cortazar ha scritto: “Uno scrittore vero è quello che tende l’arco al massimo mentre scrive, e poi lo appende a un chiodo e se ne va a bere vino con gli amici.” E’ proprio questo l’obiettivo che mi propongo. Umanizzare i classici, portarli al nostro tavolo e giocare con loro e con le loro parole con spirito gioioso, senza dover dimostrare nulla. Non si danno i voti! 

D.: Visto che ti piace giocare. Giochiamo anche noi. Fatti una domanda e datti una risposta.

R.: “Chi te l’ha fatta fare?” La risposta la trovi sul retro della scatola di WRITERS.


WRITERS-LETTERATURA IN GIOCO ideato da Maria Rosaria Chirulli – illustrazioni di Mario Petrachi
Grafica: Francesco Torricelli
Edizioni Avanguardia 21
Per allievi/e, ragazzi/e da 14 anni in su
Pubblicazione: Novembre 2018
Prezzo E. 30,00
Dal 1 dicembre su Amazon

In WRITERS-LETTERATURA IN GIOCO compaiono (in ordine alfabetico!): Dante Alighieri, G. Boccaccio, C. Bukowski, I. Calvino, G. D’Annunzio, G. Deledda, F. Dostoevskij, G. Flaubert, C. Goldoni, E. Hemingway, F. Kafka, G. Leopardi, A. Manzoni, E. Morante, A. Moravia. P.P. Pasolini, L. Pirandello, W. Shakespeare, P.V. Tondelli, G. Ungaretti, G. Verga.
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