Espressioni non degne di un Ministro della Repubblica

L’ANDIS reagisce alle offese di Bussetti: espressioni non degne di un Ministro della Repubblica

L’ANDIS esprime profonda indignazione per le affermazioni inqualificabili del Ministro Bussetti, che offendono la sensibilità di migliaia di operatori della scuola impegnati tutti i giorni a promuovere, pur tra mille difficoltà, il successo scolastico dei loro studenti.
Si colgono nelle dichiarazioni del Ministro toni di disprezzo e di malcelato pregiudizio per la qualità dell’azione educativa messa in campo nelle scuole del Sud.
Parole che non ci saremmo mai aspettati da un Ministro dell’Istruzione.
La scuola italiana ha bisogno di risorse e strumenti mirati per affrontare le difficoltà e sostenere i processi di miglioramento. Bussetti dovrebbe considerare quanto sia più difficile l’azione delle scuole in aree geografiche da troppo tempo cancellate dall’agenda politica dei vari Governi.
Nel ruolo che riveste da quasi un anno il Ministro dovrebbe sapere che i dati relativi alla dispersione scolastica ed ai risultati di apprendimento vanno messi in correlazione con le condizioni di svantaggio culturale e di deprivazione economico-sociale.
Dovrebbe ricordare che al Sud mancano gli asili nido e i servizi educativi, non viene garantito il tempo pieno, le strutture cadono a pezzi, il 50% delle famiglie vive in condizione di povertà, gli enti locali non sono sempre nella possibilità di offrire adeguati supporti alle scuole.
Le bacchettate gratuite di Bussetti possono anche ferire la sensibilitaÌ€ di dirigenti e docenti, ma non riusciranno mai ad intaccarne la dignitaÌ€ e il senso del dovere, che accomuna tutti coloro che all’ombra di tanti riflettori si adoperano nell’azione educativa indipendentemente dal luogo di nascita o dal luogo in cui prestano servizio.
L’ANDIS ritiene che l’azione del Ministro debba piuttosto adoperarsi, con maggior “lavoro, impegno e sacrificio”, a rimuovere gli ostacoli che impediscono una condizione di pari opportunitaÌ€ per tutte le alunne e gli alunni del nostro Paese.