Educazione alla cittadinanza digitale: entro il 2022 obbligatorio lo studio del coding a scuola

da Tuttoscuola

Educare al pensiero computazionale. Entro il 2022, nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo di istruzione sarà obbligatorio lo studio del pensiero computazionale e del Coding, in coerenza con le indicazioni nazionali per il curricolo. Questo è uno degli obiettivi della mozione approvata dalla Camera l’introduzione del coding nel curricolo della scuola dell’Infanzia e della Primaria entro il 2022. Firmatari della mozione di Forza Italia gli onorevoli Valentina Aprea, Mariastella Gelmini, Antonio Palmieri, Luigi Casciello, Marco Marin, Patrizia Marrocco e Gloria Saccani Jotti, di quella di Fratelli d’Italia Federico Mollicone, capogruppo in commissione Cultura, Paola Frassinetti, Vicepresidente della commissione Cultura, e Carmela Bucalo, di quella del Pd Anna Ascani e di quella di Lega e M5S Daniele Bellotti e Alessandro Melicchio.

“Governare con scelte pubbliche le trasformazioni della quarta rivoluzione industriale con tempestività e lungimiranza richiede, prima di tutto, l’introduzione dell’insegnamento del Coding sin dalla scuola dell’infanzia e primaria per favorire la formazione del pensiero computazionale, la creatività digitale, e più generalmente, la cittadinanza digitale – afferma Valentina Aprea, prima firmataria della mozione di Forza Italia -. Intelligenza artificiale, robotica e biotecnologia, costituiscono i nuovi campi da sviluppare per favorire una nuova era del lavoro, migliorare anziché sostituire le condizioni e le opportunità del lavoro. Per questo, il Coding, la programmazione informatica, deve essere considerata come la quarta abilità di base per le nuove generazioni di studenti, insieme al leggere, allo scrivere e al far di conto”.

“Fratelli d’Italia esprime soddisfazione per l’approvazione della sua mozione sulla programmazione informatica (coding), una importante vittoria per la scuola italiana poiché introduce progressivamente e gradualmente, entro il 2022, l’obbligatorietà dello studio della programmazione informatica in tutte le scuole primarie e superiori di 1° e 2° grado, prevede percorsi formativi nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro anche attraverso la collaborazione con università, associazioni e imprese e contribuirà ad incrementare la formazione dei docenti”, dichiarano i deputati di FdI Mollicone, Frassinetti e Bucalo.

Anche Melicchio (M5S) esprime soddisfazione dalla sua pagina Facebook: “Abituare gli studenti al pensiero computazionale, alla creatività digitale, al coding e alle competenze di cittadinanza digitale può migliorare il rendimento dei nostri studenti anche nelle altre discipline e può dar loro una chiave per affrontare i cambiamenti e le sfide del loro presente, per proiettarsi al meglio nel futuro, per diventare cittadine e cittadini attivi e consapevoli, capaci di condividere valori comuni e di confrontarsi positivamente con l’altro”.

Cos’è il coding?

La disciplina del “coding” è già obbligatoria, a partire dalla scuola primaria, in molti Paesi europei come Gran Bretagna, Finlandia ed Estonia. In questo periodo se ne sente parlare spesso. Molti credono che sia solo un linguaggio di programmazione, ma il coding è molto di più. Educa infatti al pensiero computazionale, insegna attraverso dei giochi, a risolvere problemi – anche complessi – applicando la logica, ragionando passo passo sulla strategia migliore per arrivare alla soluzione. Educa al pensiero creativo, ma anche al suo risvolto pratico, attraverso l’utilizzo di strumenti di uso quotidiano come smartphone, tablet e videogiochi. 

Attraverso una serie di giochi ed esercizi interattivi, basati su un’interfaccia visuale, il bambino può determinare le azioni di uno o più personaggi spostando blocchi o oggetti grafici su un monitor. A ciascun blocco corrisponde un’azione, una linea di codice che non ha bisogno quindi di essere digitato. Basta muovere o assemblare i mattoncini tra di loro – nell’ordine necessario a raggiungere un certo obiettivo – e il gioco è fatto.

Il coding sta diventando una materia fondamentale per le nuove generazioni di studenti per alfabetizzarli ai linguaggi delle tecnologie e dominarle e rappresenta la quarta abilità di base della scuola, in continuità e non in contrapposizione con le abilità tradizionali del leggere, scrivere e far di conto.

Perché è importante studiare coding a scuola?

Sono i numeri a rispondere: entro il 2022 cesseranno di esistere 75 milioni di posti di lavoro che potranno essere eseguiti da macchine, mentre allo stesso tempo, altri 133 milioni verranno creati in ruoli più adatti alla divisione del lavoro tra umani, macchine e algoritmi, con un aumento netto di 58 milioni di nuove opportunità lavorative. In pochi anni ci sarà anche in Italia una crescente domanda di lavori in cui vi è un alto impiego di tecnologie: analisti di dati, sviluppatori di software, applicazioni, esperti di social ed eCommerce, esperti di automazione, ingegneri robotici e tanti nuovi ruoli in qualità di specialisti in machine learning e intelligenza artificiale. Per colmare il gap di competenze determinato dall’adozione di nuove tecnologie, le aziende punteranno, tra le strategie future prevalenti, sull’assunzione di interi nuovi staff di lavoratori in possesso delle competenze per l’utilizzo delle nuove tecnologie

Questo senza contare che le 10 skills, secondo il Rapporto “The Future of Jobs Report 2018”, che saranno indispensabili già a partire dal 2020 per gestire, coordinare o lavorare, rimandano a capacità di problem solving in situazioni complesse, pensiero critico, creatività, gestione delle persone, coordinarsi con gli altri (team working skills), intelligenza emotiva, capacità di giudizio e prendere decisioni, orientamento al servizio, negoziazione, flessibilità.

Si tratta di competenze che dovranno essere affrontate, insegnate e soprattutto allenate nei percorsi di istruzione scolastica e accademica per non avere degli “analfabeti di ritorno”, al termine degli studi superiori e per non farne dei disoccupati da formare nuovamente con nuovi costi per la collettività.

Il coding a scuola: verso la classe (e l’insegnante) 2.0

Secondo il testo provvisorio della mozione di Forza Italia, si impegna il Governo a considerare lo studio del coding, la dotazione nelle classi degli strumenti tecnologici necessari e nuovi aspetti degli ambienti per l’apprendimento in sostituzione degli arredi tradizionali, quali le lavagne di ardesia e la tradizionale organizzazione degli spazi con banchi e sedie non modulabili.

Si dovrà probabilmente valutare, di conseguenza, la dotazione di arredi in nuovi spazi non più rigidi e la fornitura di strumenti hardware avanzati.

Per farlo, sempre secondo quanto si legge nel testo provvisorio della mozione di Forza Italia, si dovrà impegnare una quota delle risorse finanziarie attualmente destinate a interventi di edilizia scolastica al fine di avviare su tutto il territorio nazionale e in tutte le scuole dell’infanzia e primarie, dall’anno scolastico 2022-2023 lo studio obbligatorio del coding.

Già dall’anno scolastico in corso possibile inoltre che siano previsti percorsi di formazione tecnologica per il personale educativo e docente delle scuole dell’infanzia e primaria al fine di sensibilizzarli alle nuove metodologie didattiche digitali attraverso cui veicolare gli apprendimenti e raggiungere gli obiettivi delle Indicazioni nazionali. Promosse inoltre iniziative volte all’alfabetizzazione e allo sviluppo dell’apprendimento del coding nelle scuole secondarie di primo e secondo grado quali “Programma il Futuro” che è attivo nelle scuole italiane dall’anno scolastico 2014-2015.