‘Gender’ a scuola: nuove polemiche

da Tuttoscuola

Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, parteciperà in qualità di relatore al tredicesimo Congresso mondiale della famiglia, in programma a Verona dal 29 al 31 marzo 2019, insieme al ministro per la famiglia Lorenzo Fontanae al leader del Family Day Massimo Gandolfini, noto tra l’altro per aver sostenuto senza mezzi termini che “l’omosessualità è un disturbo identitario”.

La partecipazione attiva del ministro dell’istruzione all’iniziativa è stata aspramente criticata dagli studenti dell’Unione degli Studenti e da quelli della Rete della Conoscenza, il cui coordinatore nazionale Giacomo Cossu ha dichiarato che “E’ vergognoso che il ministro dell’Istruzione partecipi a un’iniziativa che calpesta la Costituzione, riduce le donne al solo ruolo di madri e impone una visione di famiglia che legittima le discriminazioni. Scuole e università dovrebbero essere il luogo in cui combattere l’omotransfobia e i bigottismi, la presenza di Bussetti al Congresso delle famiglie va nella direzione opposta”.

Obiettivo del Congresso, d’altra parte, è fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1997 negli USA per iniziativa di gruppi cristiani (ma anche ebrei e musulmani) tradizionalisti, quello di difendere la famiglia naturale, definita come “l’unione di un uomo e una donna in un’alleanza permanente suggellata col matrimonio”, dal declino demografico e morale provocato da “divorzio, omosessualità e donne lavoratrici”.

L’evento, al quale interverrà anche Matteo Salvini, leader della Lega, offrirà ai ministri Bussetti e Fontana, anch’essi leghisti, un’occasione per ribadire la loro assoluta contrarietà alla diffusione nella scuola della teoria del gender (anch’essa di origine USA, come il Congresso mondiale della famiglia). Bussetti potrà rivendicare il merito di aver bloccato, nello scorso mese di dicembre, la distribuzione in Umbria di un questionario che indagava su omofobia, bullismo e razzismo tra gli adolescenti, predisposto da docenti dell’Università di Perugia, ma subito bollato dal senatore leghista Simone come “un questionario gender”. Ulteriori polemiche in arrivo…