Fascismo: una memoria non banale

Fascismo: una memoria non banale
Lettera aperta ad Ezio Mauro

di Maurizio Tiriticco

Gentile dottor Mauro! Ho letto il suo fondo su “la Repubblica” di oggi e mi piace comunicarle che ad Antonio Tajani, dopo le sue recenti dichiarazioni sul fascismo, per le quali è stato anche accusato di avere elogiato Mussolini, ho scritto quanto segue.

Gentilissimo Dott. Antonio Tajani! Io ho 90 anni ed il fascismo l’ho vissuto sia come BALILLA MOSCHETTIERE (un mio libro sotto questo titolo gira sul web) che come avanguardista! Ovviamente, dopo il 25 luglio 1943, ho cominciato a capire qualcosa! Il che prima era assolutamente impedito, soprattutto per i nati nella cosiddetta Era Fascista… o Sfascista che sia! Poi sono diventato antifascista naturalmente – se si può usare questo avverbio – e successivamente comunista militante. Le sue parole sul fascismo le condivido. Non si possono negare, ad esempio, certe innovazioni sul piano sociale nonché le cosiddette opere del regime. As esempio, l’Università La Sapienza di Roma (lo stupendo affresco di Mario Sironi nell’aula magna), è un’Opera del Regime”! D’altra parte, ovviamente, si debbono ripudiare le famigerate leggi razziali del 1938 e tante altre cose che ambedue conosciamo bene. Cole Lei, sono assolutamente antifascista! Comunque, so anche che non bisogna ai gettare il bambino con l’acqua sporca! Del resto, Antonio Pennacchi, molto più giovane di me, la pensa come me, quando scherzosamente si definisce fasciocomunista. E ci ha scritto pure un libri! Ed ancora! Il fatto è che siamo ancora troppo vicini a quel periodo e che purtroppo in Italia e in Europa emergono rigurgiti di fascismo. Pertanto l’antifascismo deve essere una divisa comune ! Mai dismetterla! Ed io e Lei, certamente non la dismetteremo mai! Suo MT.”

Fin qui la mia lettera! A cui occorre aggiungere alcune chiose. Quando uno storico conduce una ricerca su tempi e fatti non lontani e studia di Mario e di Silla, o di Cesare e di Pompeo, odei guelfi e dei ghibellini, o di Napoleone e di Wellington, non si preoccupa di stare da una parte o dall’altra! Fa ricerca e basta! E non può parteggiare, anche e soprattutto perché il tempo ha permesso il “superamento emotivo” – se è lecita questa espressione – della natura e dei fini di quegli scontri. Vicende che, d’altra parte, nessuno di noi conosce – e ne vorrebbe fare anche a meno – se non quando va a scuola e studia la storia. Ovviamente, se la storia è recente, la percezione che se ne ha è diversa. Per cui i sì e i no costituiscono ancora dati sensibili!

Un aneddoto! Renzo De Felice, mio collega a La Sapienza – fine anni quaranta – e mio compagno di partito – ovviamente il Pci – ha scritto di tanto e di più sul fascismo, come Lei ben sa! O meglio, proprio su Benito Mussolini, “il rivoluzionario, il fascista, l’alleato”. Ed altri voumi ancora, sempre in materia di fascismo e dintorni. E tutti curati con grande amore! Il realtà, le “opere del regime”… e le “nefandezze del regime” sono da lui affrontate e narrate con quell’affetto che ogni studioso ha per ciò che tratta. Ha cominciato a scrivere di Mussolini per rendere più ferma la sua convinzione di antifascista e comunicarla agli altri – ne parlavamo insieme – per “dire di lui” e delle cose che ha fatto, “nel bene e nel male”, se si può usare questa espressione, tanto generica quanto calzante.

Però – ecco il boomerang – ha anche amato Mussolini in quanto oggetto di una sua ricerca convinta, appassionata. E non c’è studio che non sia amore. Che non sia impegno, passione, lo studium dei Latini. Comunque, lo so. A parte i scherzi, come diiimo a Roma, il fascismo esiste ancora nel retro pensiero – e neanche tanto retro – di tanti miei concittadini e di tanti concittadini europei. L’espressione che Tajani ha usato è stata indubbiamente infelice, anche e soprattutto per il ruolo che svolge. Ma resta sempre il fatto che laddove da millenni c’erano paludi e zanzare, il Duce – noi balilla lo chiamavamo così – ha costruito cinque città. E di altre cose belle ne ha fatte tante! Anche con il contributo di architetti più che validi: Mazzoni, Terragni, Piacentini et al. Questa cose – mi creda – le dice un convinto antifascista. Che però non banalmente discerne il grano dal loglio! E ci mancherebbe! Guai a non scegliere da che parte stare! Perché ci fermeremmo nel mare di quegli ignavi che, privi di ideali, sono condannati a inseguire, nudi come li ha fatti mamma, un’inutile insegna.

E di insegne allettanti il mondo oggi è pieno! E’ di ideali che difetta!R