In Sicilia 100 milioni ancora non spesi

Redattore Sociale del 08.04.2019

Disabilita’, le associazioni: “In Sicilia 100 milioni ancora non spesi”

Coordinamento H e Pastorale disabili in un documento chiedono un incontro al presidente della regione per la risoluzione dei principali problemi tra cui la mancanza di una programmazione adeguata.

PALERMO. In Sicilia ci sono ancora 100 milioni di euro non spesi per la disabilità. A questo proposito, Coordinamento H e Pastorale disabili in un documento esprimono la volontà delle associazioni di fare rete e di rilanciare una azione univoca per far valere i diritti disattesi delle persone disabili e dei loro familiari. In particolare, si chiede un incontro urgente con i massimi organi regionali, politici e amministrativi competenti (presidente della regione Musumeci, dell’Ars Miccichè e assessori alla salute e alla Famiglia e politiche sociali). Nella lettera emerge la richiesta alla Regione di farsi parte attiva nell’attuare una corretta programmazione che porti a rispondere ai bisogni reali delle persone con disabilità. “In questo momento più che il problema delle risorse economiche – spiega Rosa Foti, responsabile della pastorale disabili di Palermo – , ci preme sottolineare soprattutto la mancanza di una programmazione concreta adeguata sul tema che poi porta come conseguenza grave alla perdita delle somme utili a rispondere alla disabilità. Alla base di questo documento unitario c’è la richiesta quindi di avere un incontro con le autorità competenti per aprire un confronto proprio sui principali punti che riguardano le persone con disabilità”.

Diverse sono ancora le domande, infatti, a cui le istituzioni regionali non hanno dato una risposta esauriente. “Cosa realmente occorre per rendere concreto un cambiamento culturale affinché la persona con disabilità riesca a ottenere quelle facilitazioni quotidiane che portino al miglioramento della qualità della sua vita e dei suoi familiari? Perché non è possibile avviare una vera programmazione delle risorse in questa Regione affinché questa possa fornire risposte virtuose ai cittadini con disabilità? – si legge nel documento – Per l’anno 2019 vorremmo ottenere risposte concrete a queste domande perché è più che mai necessario un cambiamento di strategia affinché si possa avviare un processo di trasformazione utile a mutare la vita delle persone con disabilità. Occorre affermare una ‘cultura della disabilità’ che non lasci nessuno indietro, una cultura cioè, che garantisca il coinvolgimento delle persone con disabilità tutte, in un’ottica di garanzia di inclusione e uguaglianza, perché nella differenza ogni individuo trovi il proprio spazio nell’ambiente secondo le proprie peculiarità e caratteristiche”.

In particolare parecchie sono ancora le criticità della Regione Siciliana: “Le ancora insufficienti risorse economiche destinate alla disabilità; la difficoltà a definire una reale programmazione da cui scaturisce che buona parte delle risorse non viene spesa (basti pensare che risultano non spesi più di 100 milioni di euro di risorse economiche o viene spesa male – scrivono Coordinamento H e pastorale della disabilità – ; il mancato rinnovo del piano triennale per le politiche della disabilità che nello specifico doveva essere presentato entro il 31 dicembre 2018; non esiste una vera assunzione di responsabilità tra la componente politica e la componente amministrativo gestionale perché piuttosto si assiste a continui giochi di rimpalli della responsabilità; così come c’è l’assenza di una coordinazione tra le strutture amministrative regionali, tra gli assessorati competenti, e ancora si evidenzia che non si avviano i giusti percorsi di controllo interni necessari a far emergere le negligenze amministrative che sempre più spesso immobilizzano e bloccano gli uffici con grave danno ai cittadini; le problematicità, sempre più evidenti e urgenti, che esistono nella garanzia del diritto allo studio delle persone con disabilità. E’ necessario che tutti modifichino l’atteggiamento verso la disabilità, è necessario superare l’attuale stato di welfare, risarcitorio e pietistico, per arrivare a un welfare che diventi di opportunità e di cambiamento della persona e della società”.

“Ci chiediamo se ha senso alimentare le differenze nelle differenze – riporta ancora il documento -, come a tutt’oggi avviene (basti pensare alla diversità di trattamento tra disabili gravi e gravissimi) e non agire in modo da assicurare ad ogni persona con disabilità il diritto ad un piano personalizzato che garantisca il diritto a partecipare alla vita sociale. Ancora ad oggi si rileva che, non vi sono sufficienti misure a favore delle persone con disabilità, con la consapevolezza che esse vivono una maggiore esclusione sociale, un maggior rischio di impoverimento e maggiori oneri assistenziali, a fronte di servizi troppo spesso insufficienti e spesso compensati dai loro familiari; la disabilità in ogni ambito viene ancora affrontata con approssimazione, massificando e non valutando i bisogni specifici della persona, in poche parole manca la giusta e corretta formazione tra chi deve operare in questo ambito e facilitare i percorsi di inclusione della persona con disabilità (Asp e Comuni). Nelle Unità di Valutazione Multidimensionale si registra una carenza di competenze professionali che finisce con lo svolgimento di un mero lavoro amministrativo che svilisce la loro vera funzione. Occorrerebbe valutare se non sia opportuno riscrivere le competenze assessoriali, ragionando sul senso che vi siano competenze sulla disabilità o su alcune situazioni specifiche, divise in più assessorati, nella necessità che si crei un dipartimento per l’integrazione socio-sanitaria; chiediamoci se ha senso avere ancora nella Regione Siciliana 55 distretti socio-sanitari”.

“Se la persona con disabilità potesse rivolgersi a un Pua (Punto Unico di Accesso) che a sua volta lo inviasse all’Unità di Valutazione Multidimensionale (Uvm) – conclude infine il documento – per la redazione del progetto individuale, finalmente, avrebbe risolto gran parte dei problemi potendo ambire a una migliore qualità di vita. Il governo di questa Regione ha dichiarato che il 2018 sul tema della disabilità avrebbe rappresentato un anno ponte per poter pianificare e programmare tutti gli interventi necessari a rispondere ai bisogni dei cittadini con disabilità. Ebbene il 2018, è ormai trascorso, ma abbiamo potuto registrare che non c’è ancora stata quella inversione di tendenza auspicata ma c’è stato soltanto qualche flebile segnale verso alcune problematiche storiche che esistono da sempre”. (set)