Riforma Bonus Cultura

– Associazione Culturale Fellini –

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“Riforma Bonus Cultura”

40 milioni di euro in grande Cultura per Musei e Teatri.

Ai giovani che ne usufruiranno meritoriamene

110 milioni in “borse di studio” (liberamente spendibili)

Appurato che dei 240 milioni di euro (fra l’altro decisamente eccessivi) stanziati per    i diciottenni senza alcun indirizzo specifico, gran parte se n’è inesorabilmente andata per soddisfare esigenze effimere di puro svago ed evasione (l’offensivo 0,5% speso per i musei la dice lunga) nonché in comportamenti sconsiderati di traffici e ricicli   (in cui i libri l’hanno fatta da padrone) e che pertanto tutto si è fatto all’infuori che Cultura degna di tale nome, per ridare immagine e dignità alla pur sempre lodevole tipologia del provvedimento, abbiamo illustrato in Commissione VII Senato una radicale proposta di riforma che sta suscitando entusiastici elogi dal mondo della cultura e della scuota (fin dall’inizio oltremodo scettico) articolata come segue:

1) un nuovo decreto che cambia il Bonus Cultura in Premium Cultura con il      doppio intento di avvicinare i giovani alla grande Cultura e (appassionandosi man mano spontaneamente) a formarli quale “pubblico di domani” stimolandoli anche con allettanti gratificazioni alla stregua di vere e proprie “borse di studio”

2) adeguamento stanziamento da 240 a 150 milioni di euro prospettando finalità altisonanti che susciterebbero di certo ineluttabili apprezzamenti da ogni dove (rimangono i 500 euro ma differenziati)

3) apertura anche a 19 e 20enni (la 18app diverrà App Giovani) e potranno usufruirne i primi 300 mila aventi diritto che si registreranno entro tre mesi

4) impiego esclusivo in criteri di altissima qualità artistico culturale (di cui sia verificabile l’avvenuta fruizione) in base ad un definito programma che impegnerà altresì musei e teatri ad adottare speciali abbonamenti da 40 euro (15 per i musei) con formula ingressi 2 x 1 (fino a 26 anni raddoppiando il numero di giovani) consistente in trenta fra visite e rappresentazioni così ripartite:

– 10 per musei e beni culturali

– 8 per teatro classico e di prosa

– 7 per musica classica

– 5 per opera lirica e danza classica

per chi porterà a termine l’intero ciclo, Premium di 300 euro liberamente spendibile con Postepay digitale (ad ogni appuntamento mancato 100 euro in meno di Premium)

5) assegnazione, da un’apposita commissione di esperti Mibac, di duemila Card Cultura da 10.000 euro (spendibili come il Premium) a coloro che avranno dimostrato di aver accuratamente effettuato scelte di massimo rilievo artistico culturale utilizzando gli ingressi 2 x 1

6) in caso di richieste in surplus, i non ammessi (ventenni inclusi) avranno diritto di prelazione (dopo i diciottenni) per l’anno successivo.

In primis quindi Caravaggio, Mozart, Rossini, Pirandello, Tchaikovsky e così via, niente più irregolarità d’ogni genere e se proprio non si può fare a meno di Sfera Ebbasta, Avengers e Dragon Ball ci sono sempre i 300 euro del Premium (che bisogna però guadagnarsi).

Il Premium Cultura a questo punto acquista un eccezionale significato considerato che per la prima volta viene istituito per i giovani un elevatissimo e comprovato percorso educativo (sostenendo nel contempo Cultura d’autore e consumi) alla conoscenza dell’eccellenza artistico culturale del nostro paese che li porterà nel tempo a una maturazione impensabile da raggiungere altrimenti e ad affrontare la   vita con maggior responsabilità e consapevolezza nonché a far fronte ad un’autentica emergenza (creando il “pubblico di domani”) che già da tempo sta facendo discutere con apprensione:

Scompare il pubblico di domani della musica classica

Occorre sempre più fare i conti col botteghino

Al progressivo invecchiamento del pubblico di oggi corrisponde un irrilevante presenza di giovani che ormai privi di ogni sorta di orientamento formativo in merito sono totalmente in balia di un decadimento musicale come mai riscontrato in precedenza. L’aspetto più grave è che fra una ventina d’anni mancherà il ricambio generazionale di abbonati e frequentatori abituali che garantiscono gli incassi necessari a una fondamentale sopravvivenza seppur fra mille difficoltà. Per cui          se non si prendono urgentemente decisi accorgimenti si andrà inevitabilmente incontro a drammatiche conseguenze quali il default e la chiusura di questi teatri             nonché la graduale dispersione del nostro grande patrimonio artistico ritrovandoci paradossalmente con moltitudini di giovani musicisti sfornati in continuazione dai conservatori … ma senza pubblico.     

Il fenomeno coinvolge ovviamente in egual misura teatro, lirica e danza classica        e il Premium Cultura potrebbe davvero fare moltissimo diventando da cosiddetta “mancetta” a prezioso strumento a salvaguardia della nostra Cultura sviluppando annualmente un trend senza precedenti con ben 18 milioni di presenze a       prestigiose attività culturali di straordinaria qualità artistica a cui questa fascia d’età particolarmente critica mai avrebbe partecipato.

Ps – Tanto meno è stato d’esempio il Bonus Docenti che nella sezione teatro/concerti ha addirittura sbancato i botteghini con Mary Poppins e Claudio Baglioni (mentre     i loro studenti dovrebbero far la fila per le Baccanti di Euripide e la 9^ di Mahler)    il che è tutto dire …