Autonomia differenziata

Autonomia differenziata: Conte e Bussetti siano coerenti con l’Intesa sottoscritta con i Sindacati dell’Istruzione

Torna improvvidamente sul tavolo del governo il tema dell’autonomia differenziata. Non c’è nessun evento politico, per quanto importante come le elezioni europee, che possa legittimare percorsi di per sé anticostituzionali e antiunitari.  

Per quanto ci riguarda ricordiamo che il premier Conte e il ministro dell’Istruzione Bussetti hanno firmato lo scorso 24 aprile un’Intesa politica con 5 sigle sindacali – FLC CGIL, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda – rappresentative dell’80% di chi opera e lavora nel mondo dell’istruzione, nella quale è scritto con evidente chiarezza che l’autonomia differenziata in materia di istruzione non ha possibilità di applicazione perché l’ordinamento è e rimane nazionale e diritti e doveri non sono regionalizzabili, rimanendo nella potestà regolativa del Contratto nazionale. Dunque, nell’Intesa si è giunti ad un punto non più negoziabile: il diritto all’istruzione ma, aggiungiamo, tutti i diritti costituzionali a carattere universale, non possono entrare nei processi di autonomia differenziata, pena la dissoluzione dello Stato nazionale e dell’identità culturale del nostro Paese.

Crediamo perciò opportuno ribadire la nostra totale contrarietà all’autonomia differenziata, e chiediamo che i membri del governo rispettino l’Intesa politica siglata dal presidente del Consiglio dei ministri e dal ministro Bussetti.

Pretendiamo coerenza e serietà: si tolga di mezzo l’autonomia differenziata, senza incertezze e tentennamenti. E senza ripensamenti, come traspare da qualche dichiarazione di stampa da parte di esponenti governativi che pure quell’Intesa hanno siglato.