Vittore, vittima di una professione ormai insostenibile

da Tuttoscuola

Le vicende dell’ultimo periodo mostrano con chiarezza che la professione del dirigente scolastico è assolutamente insostenibile alle condizioni date. In primo luogo lo dimostra con tutta chiarezza la vicenda più tragica di tutte: la morte del Dirigente Scolastico Vittore Pecchini, suicidatosi poco prima dello sciopero d’Istituto indetto contro di lui. Questa morte non può che essere considerata una morte sul lavoro. Come tale, proprio per rispetto a chi è morto, richiede una riflessione volta a individuare le condizioni generali che la hanno generata in modo da evitare che queste si ripresentino in futuro. In questa riflessione quello che sorprende è che le condizioni che hanno concorso a determinare il gesto suicida di Pecchini non sono per niente atipiche, ma anzi rappresentano situazioni ben note a ogni dirigente scolastico.

In primo luogo, vi è la violenza della comunità dei genitori, addirittura organizzatasi in un gruppo Facebook dichiaratamente costituito contro Pecchini. Ovviamente questo gruppo è stato chiuso un minuto dopo la morte con la più piena manifestazione di ipocrisia e codardia. Si rimproverava al dirigente scolastico un conflitto di interessi tra la scuola di titolarità e la scuola di reggenza. Come se un servitore dello stato intento a gestire 2800 alunni potesse farlo allo scopo di favorire una scuola di servizio rispetto all’altra. Con quale guadagno personale, poi?

In secondo luogo, vi è la violenza di quei sindacati che hanno capeggiato la protesta contro Pecchini alla ricerca del più facile dei consensi, sottoscrivendo in forma unitaria il volantino che indiceva lo sciopero di Istituto contro di lui. Tutti i sindacati riuniti contro una sola persona! Le gravi colpe di Pecchini sarebbero state quelle di non aver redatto l’atto di indirizzo al PTOF, di non aver pubblicato tutte le delibere del Consiglio di Istituto in Amministrazione trasparente, di non aver prodotto un piano degli acquisti, di aver operato con un piano dei servizi provvisorio fino a maggio e così via. Colpe veramente imperdonabili per un dirigente scolastico con 2800 alunni!

In terzo luogo, vi è il silenzio colpevole dell’USR di riferimento. Nessuna azione intrapresa a tutela di Pecchini, lasciato solo a fronteggiare l’attacco violento dei genitori e dei sindacati. E chissà che non sia stato trattato come un inetto, un incapace privo delle opportune competenze relazionali, previste peraltro anche nella valutazione dei dirigenti scolastici. In sostanza: la comunità nella quale lavori manifesta una violenza idiota nei tuoi confronti. Anche se tu hai alle spalle una carriera ultradecennale fatta di stima universale, come nel caso di Pecchini, è comunque colpa tua: non hai saputo ascoltare, comunicare, condividere, etc. E non risulta che nei giorni seguenti sul sito dell’USR Veneto siano comparse parole di vicinanza al collega e alla sua famiglia, ma solo e soltanto la disponibilità delle sue scuole per la reggenza.

In quarto luogo, vi sono le responsabilità del MIUR, indifferente alla rilevazione dello stress da lavoro correlato dei dirigenti scolastici, in ritardo nel concorso per l’immissione di nuovi dirigenti scolastici, promotore di dimensionamenti che hanno prodotto istituti con una popolazione di studenti insostenibile.

Genitori, sindacati, Usr, Miur. Dall’altra parte il solo Pecchini. Non è una situazione nuova: il dirigente scolastico è per contratto l’utile idiota su cui riversare ogni responsabilità, il capro espiatorio che deve pagare per tutti.  Anzi, se allarghiamo lo sguardo alle altre vicende di questi giorni, per esempio la condanna in Cassazione di Franca Principe, è facile rendersi conto che dalla parte dei controinteressati rispetto al dirigente scolastico vi sono anche gli enti locali, proprietari degli immobili e unici responsabili della loro manutenzione. Vi sono i giudici, civili, del lavoro, penali, che in virtù della normativa sulle responsabilità del datore di lavoro, assurda in generale e tanto più rispetto al dirigente scolastico che è un datore di lavoro fittizio, hanno facile gioco nell’assegnare sanzioni, risarcimenti e anche detenzione in carcere. Chiedere a questo proposito a Livio Bearzi, incarcerato dopo il terremoto dell’Aquila. A volte poi i provvedimenti contro il dirigente scolastico assumono un sapore particolarmente beffardo. Si pensi a questo proposito a quanto appena accaduto al dirigente scolastico Carlo Braga. In fase di assunzione la collaboratrice scolastica non dichiara la condanna per furto, il dirigente scolastico fa gli opportuni controlli e applicando la legge la licenzia e la depenna dalle graduatorie. Il giudice del lavoro reintegra la collaboratrice scolastica con il pagamento delle mensilità perse. Perché?

Quanto va sottolineato, però, è che questo stato di cose non rappresenta un problema esclusivo dei dirigenti scolastici. È piuttosto un cattivo funzionamento che, nel riguardare il vertice gestionale-amministrativo della scuola, la coinvolge in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue componenti. È il sintomo di un sistema scuola che non funziona più. Sarebbe possibile indicare molti altri sintomi di questo pessimo funzionamento. Nessuno purtroppo riguarda le iniziative che l’attuale governo pensa di mettere in campo, dalle telecamere nella scuola dell’infanzia al controllo biometrico della presenza del dirigente scolastico. E forse è questo il problema più grave: la distanza siderale dei governi che negli anni si sono succeduti rispetto al mondo della scuola, alle sue reali esigenze.

* Dirigente scolastico