Vanno verificate le capacità psico-attitudinali degli insegnanti?

da Tuttoscuola

Una verifica delle capacità psico-attitudinali dei docenti nella fase d’ingresso al sistema e anche nel corso della carriera. La ipotizzò circa quindici anni fa Giuseppe Bertagna, l’esperto che per conto dell’ex ministro Moratti indicava le linee principali di innovazione di quella riforma.

Non se ne fece niente per varie ragioni, tra cui, non ultima, l’opposizione dei rappresentanti della categoria.

Sarebbe stata una rivoluzione, e, se ben condotta, avrebbe forse fatto bene alla scuola. Ne sanno qualcosa oggi alcuni genitori e alcuni capi d’istituto impotenti di fronte a situazioni – che si spera non siano diffuse – nelle quali è palese la non adeguatezza al compito di chi è chiamato a formare alunni e bambini.

Se però la scuola statale non possiede strumenti di verifica delle capacità psicoattitudinali di chi è chiamato a insegnare, la scuola paritaria, invece, non ha questi vincoli.

E così, nel vicariato di Roma da qualche tempo è in atto una verifica preliminare a base di test psico-attitudinali dei docenti che chiedono di lavorare nelle scuole statali come insegnanti di religione.

Questa svolta coraggiosa l’ha voluta un ex-dirigente scolastico statale cui è stato affidato il compito di formare e orientare i futuri IRC, che, come si sa, secondo le norme concordatarie, vengono designati dall’ordinario diocesano anziché dall’Amministrazione scolastica.

Forte dell’esperienza (negativa) vissuta negli istituti statali romani dove forse ha toccato con mano le situazioni di inadeguatezza al ruolo docente di alcuni insegnanti alle sue dipendenze, l’ex-preside ha introdotto il nuovo sistema di verifica per i docenti di religione.

A quanto sembra, diverse persone, dopo quei test, sono state invitate a cercarsi un altro lavoro.

Sarebbe un sistema da seguire, e ne guadagnerebbe la scuola, soprattutto per i più piccoli che frequentano la scuola dell’infanzia, visto che troppo spesso le telecamere nascoste registrano atti di violenza sui piccoli da parte di maestre non certamente adatte a ricoprire la delicata funzione di insegnante ed educatrice. Ne guadagnerebbe anche la stragrande maggioranza degli insegnanti che hanno tutti i requisiti per fare – e fanno – bene il proprio lavoro.

Si tratta di una esperienza, quella dell’accertamento psico-attitudinale che, se generalizzata all’interno del sistema paritario, potrebbe forse indurre a rivedere le proposte di allora di Bertagna anche per i docenti della statale.