Concorso DS: il bollettino di guerra delle commissioni

da Tuttoscuola

Non c’è pace per il concorso DS. Mentre tuttora incombono minacciose sui candidati le nubi dell’annunciata sentenza del Tar Lazio che il prossimo 2 luglio potrebbe azzerare la prova scritta del concorso per dirigenti scolastici e obbligarne la ripetizione per tutti, ammessi e non ammessi, continuano a raffica i provvedimenti di modifica delle prove.

Da quando a fine aprile sono stati pubblicati i calendari delle prove orali concorso DS disposti dalle 38 commissioni esaminatrici, il Miur è stato costretto a emanare ben 25 decreti di modifica o rettifica dei calendari, di integrazione o sostituzione di membri delle commissioni, di aggiunta o depennamento di candidati; senza contare che da gennaio ve ne erano già stati altri 8 di decreti di surroga o integrazione delle commissioni.

Nelle ultime modifiche del calendario delle prove vi sono anche spostamenti di date di quattro o cinque giorni rispetto a quelle già fissate, con possibile conseguente danno per chi, venendo da lontano, aveva per tempo prenotato alberghi o voli.

A tutto questo c’è da aggiungere che le commissioni hanno definito (e alcune stanno tuttora definendo) calendari delle prove orali concorso DS con molta discrezionalità, ignorando (o forse costrette a ignorare) l’impegno ministeriale di concludere le prove prima degli esami di maturità.

Nell’insieme si tratta di un vero e proprio bollettino di guerra – destinato certamente ad arricchirsi nel prossimo mese prima che si concludano gli orali – che evidenzia la sconfitta del sistema attuale delle commissioni esaminatrici.

Senza considerare la mancanza di coordinamento nei criteri valutativi delle singole commissioni, ce n’è abbastanza per arricchire il contenzioso a carico del concorso e per aprire una fase di revisione  coraggiosa e responsabile dei criteri di formazione e funzionamento delle commissioni esaminatrici dei concorsi.

Si prenda ad esempio l’esame di maturità. I compensi dei commissari sono dignitosi, e tutti possono operare senza altri oneri di servizio.

Nei concorsi, invece, i compensi sono tuttora risibili e, comunque, i commissari operano senza alcun esonero dal servizio. Proprio questa ultima condizione di contestuale impegno degli obblighi di servizio e dei lavori in commissione allunga a dismisura i tempi delle procedure concorsuali, oltre a non rendere appetibile il lavoro di commissario (spesso sono numerose le nomine d’ufficio).