Maturità al via, conto da 130 milioni

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Ancora 48 ore e mezzo milione di maturandi italiani conoscerà il proprio destino. Alle 8.30 di dopodomani mattina, con l’apertura del plico telematico per la prova di italiano, prenderà il via l’esame di Stato 2019. Nella sua nuova veste che è stata disegnata dal governo Gentiloni e cucita addosso agli studenti dall’esecutivo Conte. Il restyling si annuncia profondo come dimostra la scelta di avviare nei mesi scorsi una doppia simulazione nazionale: gli scritti passano da tre a due e il secondo diventa misto, scompare il “quizzone”, all’orale non si può portare la tesina. Senza alcuna novità però sulla composizione delle commissioni e, dunque, sui costi dell’intera macchina organizzativa. Che dovrebbero aggirarsi anche stavolta sui 130 milioni di euro più le spese vive per carta e cancelleria che le scuole determineranno ex post.

I numeri della maturità 2019

Il dato definitivo sugli ammessi verrà reso noto nelle prossime ore quando tutti gli istituti avranno comunicato al ministero dell’Istruzione i risultati degli scrutini. Quello provvisorio supera di poco quota 520mila, di cui quasi 18mila “privatisti”. Per la prima volta si siederanno all’esame finale anche alunni con l’insufficienza in una disciplina (previa delibera motivata del consiglio di classe), mentre Invalsi e alternanza continueranno a non pesare, almeno quest’anno, sull’ammissione dei ragazzi (i percorsi scuola-lavoro rientrano all’orale sotto forma di elaborato multimediale o di relazione illustrata dal candidato). A giudicarli ci saranno 13.161 commissioni, composte da tre membri interni e tre esterni oltre al presidente, sempre esterno.

Gli scritti

Dopodomani gli studenti si troveranno di fronte sette tracce divise in tre tipologie di prove (anziché quattro) in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico. La tipologia A riguarda l’analisi del testo e gli autori salgono da uno a due per coprire ambiti cronologici, generi e forme testuali diversi. Con la tipologia B si propone ai maturandi un singolo testo compiuto o un estratto chiedendone l’interpretazione seguita da una riflessione personale. La tipologia C è il vero e proprio tema e può essere accompagnata da un breve testo di appoggio. Diverse polemiche ha scatenato la scelta di eliminare il tema storico che come tale non ci sarà più (anche se la materia diventa trasversale alle tracce), ma lo scorso anno l’ha scelto appena l’1,1% dei ragazzi.

Giovedì 20 giugno scatterà la seconda prova, quella d’indirizzo, della durata, in media, di sei ore (durate superiori sono previste solo per alcuni indirizzi dell’istruzione tecnica e professionale). Al classico debutta la prova mista di latino e greco (i dizionari vanno portati entrambi, uno servirà per la traduzione, l’altro per l’analisi e il commento del secondo testo) anche se la traduzione vera e propria interessa solo la prima. Allo scientifico, tocca a matematica e fisica, in proporzione al peso nelle ore di lezione. Al linguistico oggetto della seconda prova sono la prima e la terza lingua caratterizzanti il percorso di studi (per la prima lingua si richiederà un livello B2, per la terza sarà sufficiente il B1).

L’orale

Il nuovo orale rappresenta forse lo step più temuto dagli studenti. Che non potranno contare più sul conforto della tesina. Sarà la commissione a predisporre le buste con il materiale di partenza e che ciascun candidato potrà scegliere fra tre (sui dettagli della prova si veda l’altro articolo pubblicato qui sotto), sulla base delle indicazioni (vincolanti) fornite dal consiglio di classe nel documento predisposto entro il 15 maggio.

La votazione

Il punteggio finale rimane in centesimi. Si parte dal credito scolastico, fino a 40 punti (si sale rispetto ai precedenti 25). La commissione deciderà sui restanti 60: massimo 20 per ciascuna delle due prove scritte e 20 per il colloquio. Il punteggio minimo per superare l’esame resta 60 punti. La commissione d’esame può integrare il punteggio, fino ad un massimo di 5 punti, se il candidato ha ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti e un risultato complessivo nelle prove di almeno 50. Per la “lode” come sempre occorre l’unanimità.