Il complicato rapporto dei sindacati con il Bussetti bifronte

da Tuttoscuola

I sindacati della scuola, praticamente tutti, hanno con Marco Bussetti un rapporto che si scinde in due piani che più diversi e antitetici non potrebbero essere, visto che ai loro occhi il pacioso e dialogante ministro dell’istruzione è anche, nello stesso tempo, un ostile e inaffidabile esponente della Lega: un rispettabile dottor Jekyll – sembrano dire – quando tratta con i sindacati e un orrendo Mister Hyde quando sostiene, in sintonia con il suo leader Salvini, che l’autonomia regionale differenziata “può essere un’opportunità di crescita” per la scuola.

Così, in forte dissenso con i critici dell’accordo sul precariato raggiunto qualche giorno fa dai sindacati con Bussetti (tra i quali il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto, che ha parlato di “ennesima sanatoria” e il deputato di +Europa Alessandro Fusacchia, già capo di gabinetto della ministra Giannini, che lo ha definito “uno schiaffo in faccia a tutti coloro che credono che al centro della scuola debbano esserci gli studenti”), Maddalena Gissi, segretaria della Cisl scuola, ha scritto sul periodico online del sindacato che “l’accordo col MIUR affronta per l’ennesima volta un’emergenza attestata dall’evidenza dei numeri (25% di precariato), lo fa attraverso inevitabili mediazioni, dà risposta a legittime attese di chi lavora da anni nella scuola” e “non produrrà conseguenze più gravi di quelle che produrrebbe l’inerzia o che sta producendo una situazione di continui e spesso confusi interventi legislativi in materia di reclutamento”.

Ma la Cisl scuola, insieme agli altri sindacati (Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda, Snals, Cobas, Unicobas) e a 25 associazioni, ha anche sottoscritto un durissimo appello contro l’autonomia differenziata, considerata come “una vera e propria ‘secessione’ delle Regioni più ricche”. Nel documento si legge che “Vengono meno principi supremi della Costituzione racchiusi nei valori inderogabili e non negoziabili contenuti nella prima parte della Carta costituzionale, che impegnano lo Stato ad assicurare un pari livello di formazione scolastica e di istruzione a tutti, con particolare attenzione alle aree territoriali con minori risorse disponibili e alle persone in condizioni di svantaggio economico e sociale”.

Può darsi che l’accordo con il Bussetti ministro, intervenuto quasi tre mesi dopo il lancio dell’appello (marzo 2019), ne abbia un po’ attenuato la vis polemica nei confronti del Bussetti leghista, ma la partita è tutta aperta.