D. Pennac, Mio fratello

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Come Pennac ricorda il fratello

 di Antonio Stanca

  Lo scrittore francese Daniel Pennac ha settantacinque anni e l’anno scorso ha pubblicato Mio fratello, un’opera composta di narrativa e di teatro che pure l’anno scorso è uscita in Italia per conto della Feltrinelli nella serie “I Narratori”. La traduzione è di Yasmina Melaouah. 

  Pennac è nato a Casablanca nel 1944, ultimo dei quattro figli di una buona famiglia francese che, a causa del lavoro del padre militare, cambiava spesso residenza, si spostava tra l’Africa, l’Asia e l’Europa. Fino alle scuole superiori Daniel aveva avuto grossi problemi, era stato un alunno tra i meno capaci. Poi, all’Università, era riuscito a laurearsi e, stabilitosi a Parigi, aveva iniziato la sua carriera d’insegnante generalmente in scuole di periferia. Intorno agli anni ’70 insieme a questa attività aveva iniziato anche quella di scrittore. Sue prime opere sarebbero state di polemica verso le istituzioni militari, di fantascienza ed altre per ragazzi finché nel 1985 non avrebbe dato inizio alla serie di romanzi di Belleville,quella che avrebbe avuto come protagonisti Benjamin Malaussène nelleterna condizione di capro espiatorio e la sua famiglia. Molto apprezzati sarebbero risultatiquesti romanzi in Francia e all’estero, un autore noto in ambito mondiale avrebbero fatto di Pennac e lo avrebbero mosso a continuare a scrivere anche se opere di diverso genere, dai romanzi ai racconti, ai saggi, al teatro, ai fumetti. Tutte, però, generalmente impegnate a dire della vita comune, quotidiana, dei problemi di questa, delle condizioni degli umili, dei deboli, dei poveri, di quella gente, di quell’umanità con la quale la sua attività d’insegnante di periferia lo aveva messo a contatto. Da questi ambienti, da queste persone ha tratto Pennac le trame di tante opere nelle quali ha raggiunto significati, verità che vanno oltre la situazione, la circostanza particolare, reale, che diventano di carattere morale, ideale. Trascenderà ogni volta, Pennac, la vicenda dalla quale muove per approdare ad acquisizioni più ampie.

 Anche nella recente opera, Mio fratello, avviene questo superamento, anche qui la morte del terzo dei suoi fratelli, Bernard, diventa motivo, occasione per ascendere ad una dimensione diversa da quella reale. A Bernard lui Daniel, il più piccolo, era particolarmente legato, in lui aveva trovato tutto quello che gli serviva per stare meglio, per superare i problemi dell’infanzia e in particolare dell’adolescenza, per sapere di quanto a nessuno si può chiedere. Gli piaceva, inoltre, il suo carattere riservato, silenzioso, alieno dal contesto sociale, dal chiasso, dal rumore, da ogni genere di esibizione, di vanità, soddisfatto di poco. Con Bernard aveva trascorso tanta parte della sua prima vita, con luiaveva continuato ad avere rapporti anche se solo per telefono quando si era sposato e trasferito lontano a causa del suo lavoro. Era morto, però, prematuramente e la sua assenza era diventata per Daniel un problema, una mancanza, un vuoto. Con quest’opera ha pensato di colmare quel vuoto poiché l’ha composta della narrazione di quanto tra lui e Bernard era avvenuto, c’era stato in casa e fuori e della recitazione di quanto del racconto di Herman Melville del 1853, Bartleby lo scrivano, riguarda questa figura e la sua strana condotta. Era stato un personaggio sul quale i due fratelli si erano soffermati a parlare. A Bartleby, alla sua maniera diversa, particolare, ai suoi silenzi, ai suoi rifiuti, al suo riserbo Daniel aveva paragonato Bernard ed ora che questo non c’era più attraverso Bartleby, attraverso la recitazione di quanto nel racconto si dice di lui, aveva pensato di farlo rivivere. Opera narrata e recitata sarà, quindi, Mio fratello e bene riuscirà Pennac come scrittore e come attore, bene riuscirà a rappresentare comera vissuto Bartleby, comera morto ed a farne un antenato di Bernard, dei suoi modi di pensare, di parlare, di fare, della sua maniera di vivere.

   Pennac narra di suo fratello e intanto lo recita tramite l’esempio di Bartleby: gli è sembrato il modo migliore per ricordarlo, risentirlo vicino, stare ancora con lui. Ha scoperto un suo precursore, dei due ha fatto un personaggio unico, l’ha interpretato.

  Non è solo opera di genio ma anche di amore!