Seconda prova maturità 2019: quella traccia su Don Milani

da Tuttoscuola

Con la traccia seconda prova maturità 2019 uscita questa mattina al Liceo delle Scienze Umane si riaccendono i riflettori sulla figura di Don Lorenzo Milani, Priore di Barbiana, maestro e anima della scuola di Barbiana, esperienza pedagogica unica in Italia e nel mondo. Quando si guarda la realtà mettendosi davanti un riflettore, è bene ricordarlo, si rischia di rimanerne accecati, di procedere per luoghi comuni e di non cogliere il senso profondo del panorama. In questo caso, se parliamo di panorama, siamo sulle colline del Mugello, una zona tutt’oggi impervia e difficile da raggiungere, immaginate cosa fosse negli anni Cinquanta quando Don Lorenzo fu spedito per punizione in esilio nel nulla. In molti si sono chiesti come fosse possibile che un prete solo, povero, senza simpatie nella Curia, potesse realizzare una proposta così dirompente per la vita delle bambine e dei bambini che lo incontrarono e per la scuola italiana. Difficile rispondere in poche righe e non intendiamo certo farlo in questa occasione. Quello che ci preme sottolineare è che la proposta del Priore fu significativa e indimenticabile perché in grado di rispondere all’esigenza madre della scuola di ieri, purtroppo non così lontana anche dal presente, relativa all’esclusione dalla scuola di migliaia di studenti, guarda caso i più poveri.

Seconda prova maturità 2019: Don Milani e il contrasto alla dispersione scolastica

Per riflettere sulla traccia della seconda prova maturità 2019 scelta per il liceo delle scienze umane, è bene ricordare che alla fine degli anni Sessanta i ragazzi della scuola di Barbiana scrivevano che La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde. La vostra “scuola  dell’obbligo” ne perde per strada 462.000 l’anno. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi (insegnanti) che li perdete e non tornate a cercarli.”[1] A distanza di oltre il cinquant’anni il problema non solo non è risolto, ma peggiorato. Negli ultimi dieci anni sono quasi due milioni gli studenti che hanno abbandonato la scuola, quasi uno su tre e, anche in questo caso a farlo sono i più poveri, quelli cioè che ne avrebbero più bisogno. “Voi dite d’aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. E’ più facile che i dispettosi siate voi[2]. La critica alla scuola è sprezzante, puntuale, in alcuni frangenti spietata. È la visione di chi la scuola la ama, la vive in prima persona e cerca di renderla significativa, soprattutto per gli ultimi. Non è un attacco distruttivo, ma una proposta costruttiva, articolata, che parte dalla considerazione che una scuola che perde gli ultimi è come un ospedale che cura i sani e respinge i malati.[3] Non solo inutile, dunque, ma anche dannosa, come è la scuola che  allontana chi ne ha proprio più bisogno.

Seconda prova maturità 2019 liceo delle scienze umane: la figura di Don Milani

Don Milani, così come la sua scuola, è una figura divisiva, lo è sempre stato. Da un lato seguito e studiato, dall’altro odiato ed osteggiato. Uscendo dai personalismi e dalla superficialità di una lettura approssimativa del suo lavoro, non possiamo non vedere nell’opera del Priore di Barbiana una delle azioni pedagogiche più significative del novecento e il suo grado appassionato, per una scuola migliore e per una società più giusta, è ancora forte e molto attuale.

Riteniamo molto positiva la scelta di approfondire il pensiero e le parole del maestro fiorentino, che considera chiaramente l’azione scolastica come azione politica, intesa come capacità di uscire insieme dai problemi.

Ecco, forse è questa la sfida più alta e alla quale la scuola di oggi non può esimersi di affrontare: impegnarsi per uscire insieme dai problemi costruendo ponti e non muri. Riusciremo a farcela, nonostante tutto?

[1] Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Editrice Fiorentina, 1967, Firenze
[2] ibidem
[3] ibidem