Gabbie salariali a scuola, sì o no?

da Tuttoscuola

L’argomento delle gabbie salariali sta spaccando il Governo. La polemica nasce dalla questione dell’autonomia regionale, la proposta messa sul tavolo dalla Lega, e sta provocando una netta reazione contraria dei grillini che l’hanno considerata “totalmente inaccettabile”, proprio perché porterebbe secondo loro a creare di fatto delle “gabbie salariali”.

Si tratta di un sistema di calcolo degli stipendi rapportati al costo della vita di un particolare territorio. Per il M5S la proposta leghista farebbe “alzare gli stipendi al Nord e abbassarli al Centro-Sud”; si tratterebbe di una proposta che spaccherebbe il Paese e che avrebbe natura “discriminatoria e razzista”.

Una proposta che “Impedirebbe ai giovani di emanciparsi, alle famiglie di mandare i figli a studiare in altre università. Diventerebbe difficile e costoso anche prendere un treno da Roma e Milano”.

Difendono la proposta dell’autonomia regionale diversi esponenti leghisti, rintuzzando la valutazione negativa dei penta stellati.

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Erika Stefani, precisa: “Non c’è nessuna gabbia salariale. Si tratta di strumenti previsti che esistono già nel nostro ordinamento e di incentivi previsti dalla contrattazione integrativa, per incentivare la permanenza e la continuità formativa”.

Le fa eco il sen. Mario Pittoni, presidente della Commissione Istruzione del Senato che ha parlato di terrorismo mediatico, precisando che: “La Lega non ha mai chiesto di abbassare gli stipendi degli insegnanti al Sud. Semmai qualche regione potrebbe essere interessata a intervenire per coprire il maggior costo della vita in certi territori. Quindi soldi in più, non in meno”.

Secondo Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, “con le gabbie salariali siamo proprio nell’antistorico”.

Al di là del merito, una cosa è certa: anche su queste questioni si registra una notevole divergenza di proposte e di vedute da parte dei due partiti di Governo.