A. Petrella, Fragile è la notte

Petrella alla ricerca della vita

di Antonio Stanca

   Fragile è la notte è il romanzo che, comparso nel 2018 presso Marsilio Editori, segna per lo scrittore Angelo Petrella l’inizio di una nuova serie, quella che ha come protagonista l’ispettore di polizia napoletano Denis Carbone. Una figura complicata, è quasi sempre ubriaco e nel suo passato rientrano azioni poco chiare. Ora l’opera è ricomparsa presso Feltrinelli nella serie “Universale Economica”.

   Il genere è sempre noir, quello che ha contraddistinto il Petrella fin dal suo esordio nell’ambito narrativo, nuovo è il personaggio dell’ispettore che si muove tra gli impegni del lavoro e i problemi della vita privata. Un personaggio che incuriosisce, attira chi legge poiché semplice e complesso, ingenuo e sospettoso, facile e difficile.

  Petrella è nato a Napoli nel 1978, si è laureato a Roma ed ha svolto attività universitaria prima di dedicarsi completamente a quella di scrittore per la quale ha avuto numerosi riconoscimenti e molte traduzioni in lingue straniere. Anche come giornalista e sceneggiatore per la televisione e il cinema lavora Petrella nonché come traduttore per la collana “Il Giallo Mondadori”.

   Ha soltanto quarantuno anni e tanto ha già fatto. Il suo può essere considerato il caso dell’uomo di genio così ricco di risorse da non fermarsi di fronte a nessun ostacolo. Non si sarebbe detto, infatti, che dopo tanta narrativa l’anno scorso avrebbe dato inizio con questo romanzo ad una nuova serie e che sarebbe stata un’opera così abilmente costruita, così chiaramente espressa, così ampia e così sicura da riuscire bene e subito.

   E’ la sua Napoli, in particolare Posillipo, a fare da sfondo a Fragile è la notte, è tutta quanta la vita degradata che in questo quartiere avviene da tempo a costituire l’ambiente del romanzo, niente manca alla ricostruzione che lo scrittore compie, niente di quanto di torbido soggiace e non cessa d’inquinare, di guastare ogni cosa. Solo Petrella poteva riuscire in una rappresentazione così completa ché molto gli veniva dalla sua attività giornalistica. A cogliere, però, il senso, il significato di tanta vita sarebbe stato lo scrittore tramite le lunghe, infinite indagini che farà compiere al suo Denis Carbone, tramite le tante persone, i tanti luoghi con i quali lo farà venire a contatto. A Carbone Petrella avrebbe fatto vivere questa immensa realtà non solo da ispettore ma anche da uomo, non solo delle sue azioni avrebbe scritto ma anche dei suoi pensieri, dei suoi sentimenti. A confronto li avrebbe messi con quelli della vasta e varia umanità che gli avrebbe fatto conoscere, a verità superiori a quelle della semplice circostanza li avrebbe fatti giungere. Sempre sarebbe risaltato lo scrittore, non ci sarebbe stato soltanto il cronista e qui l’interesse, l’attrazione che Petrella riesce a suscitare. La sua scrittura è arte, le sue verità sono dell’anima, valgono per tutti, per sempre. Anche il cognac che Carbone beve in continuazione nonostante il mal di stomaco fa parte di quell’umanità che si muove debole, smarrita di fronte alle gravi sorprese che la vita può riservare. Carbone diventerà il simbolo di quell’umanità. Riuscirà, tuttavia, egli a vincere e il suo esempio lo scrittore cerca per incoraggiare, irrobustire, rafforzare quell’idea di bene, di amore, di giustizia che persegue, per mostrare che pur essendo un traguardo difficile non è impossibile.

   L’uomo solo, debole contro gli intrighi di un mondo divenuto sempre più ostile: questo rappresenta Petrella tramite Carbone in Fragile è la notte. Non si finisce mai di scoprire quante sono le complicazioni, quanti i collegamenti con il caso dell’omicidio di Ester Fornario, donna ricca, bellissima, disinibita, avvenuto nella sua villa a Posillipo.

   Quella di Carbone si trasforma nella lotta del bene contro il male, della vita contro la morte. Impari diventerà il confronto ma ci riuscirà, sarà capace l’ispettore di vincere sugli ostacoli che durante la sua indagine si andranno accumulando, riuscirà a riportare all’ordine quanto era stato imbrogliato. E con lui riuscirà il suo autore ad individuare la via da seguire tra tanta confusione, a trovarla dopo averla quasi smarrita.

   Il valore di un insegnamento assume quest’opera del Petrella, ha studiato Scienze Umane e da esse non si è staccato neanche quando è diventato scrittore.