Precari, la Commissione Ue apre una procedura contro l’Italia

da Corriere della sera

La Commissione Ue ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per abuso di ricorso ai contratti termine nella pubblica amministrazione e per discriminazione dei lavoratori a tempo. La direttiva europea sui contratti a tempo determinato prevede che i lavoratori abbiano le stesse condizioni dei colleghi a tempo indeterminato comparabili. Attualmente, spiega Bruxelles, la legislazione italiana «esclude da questa protezione diverse categorie di lavoratori del settore pubblico»: insegnanti, personale sanitario, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, personale di alcune fondazioni di produzione musicale, personale accademico, lavoratori agricoli e personale volontario dei vigili del fuoco nazionali. Inoltre, «l’Italia non ha predisposto garanzie sufficienti per impedire le discriminazioni in relazione all’anzianità». L’Italia ha ora 2 mesi per rispondere alle argomentazioni della Commissione, oppure la procedura passerà alla seconda fase.

Il precedente

Per quel che riguarda la scuola, l’Italia è già stata condannata nel 2014 dalla Corte di Giustizia europea per abuso di contratti a termine, una policy durata decenni per ragioni di bieco risparmio contabile. ai supplenti , anche a quelli annuali, non si pagano le ferie. La cosiddetta legge della Buona Scuola di Renzi nasceva proprio dall’esigenza di stabilizzare in blocco quanti più precari storici possibile (circa 55 mila) per ottemperare alla sentenza dei giudici di Strasburgo. Quasi cinque anni dopo però il problema del precariato è tutt’altro che risolto, tanto che i sindacati hanno lanciato l’allarme prevedendo per il prossimo settembre un autentico boom con 150-170 mila cattedre coperte dal valzer dei supplenti.