Educazione civica: il ritardo della legge non è colpa della crisi di Governo

da Tuttoscuola

Diversi quotidiani nazionali scoprono oggi che l’applicazione della legge sulla nuova educazione civica slitterà al 2020-21, anziché dal prossimo settembre, come annunciato, forse un po’ enfaticamente, dal ministro Bussetti che il 1° agosto, al momento dell’approvazione al Senato, aveva dichiarato addirittura: “Oggi è una giornata storica”.

Tuttoscuola per prima aveva anticipato la notizia del suo slittamento, a causa della mancata pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale, in tempo utile per entrare in vigore prima del 1° settembre prossimo.

I commentatori sono unanimi nel ritenere che la causa del ritardo sia dipesa dalla crisi di Governo, ma, in questo caso, la crisi non c’entra niente, in quanto la procedura di pubblicazione della legge, una volta approvata segue modalità indipendenti dalla politica e dalle sue dispute.

Rappresentanti della maggioranza hanno cercato di rimediare al ritardo – ritenuto forse uno smacco politico – proponendo che l’entrata in vigore sia collegata all’inizio delle lezioni secondo i diversi calendari regionali. Improponibile, considerato il vincolo di legge.

Ma quali sono le ragioni e gli effetti di questo ritardo?

Le ragioni si possono soltanto interpretare, ma quasi certamente l’applicazione immediata avrebbe comportato notevoli problemi organizzativi, mettendo a rischio l’efficacia della legge.

Infatti è previsto che il Ministero dell’Istruzione emani apposite Linee guida che, ovviamente, non si possono improvvisare su due piedi.

L’insegnamento della nuova educazione civica prevede la trasversalità sia di contenuti che di interventi dei docenti.

In vista della sua valutazione obbligatoria con voti in decimi, dovrà essere individuato chiaramente il ruolo del coordinatore di classe, una figura individuata dalla stessa legge.

È previsto un piano di formazione del personale.

Tutte le scuole avrebbero dovuto improvvisare l’organizzazione del nuovo insegnamento a ridosso dell’inizio delle lezioni.

È probabile, quindi, che sia stato lo stesso MIUR che abbia voluto evitare una corsa affannosa per ottenere la pubblicazione della legge in tempo utile per la sua entrata in vigore prima del nuovo anno scolastico. Se è stata intenzionale, riteniamo che sia stata una scelta giusta.

Va detto anche che, a tutto l’11 agosto, la legge non era ancora stata promulgata dal Presidente della Repubblica.

Comunque il 2019-20 potrà essere l’anno della preparazione per l’attuazione della nuova educazione civica.