Abbandoni, emergenza sociale

da ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Gli abbandoni continuano «a rappresentare un’emergenza sociale». Nonostante progetti e fondi, nazionali ed europei. «Nel nostro Paese ad una legislazione avanzata, non sono seguiti i risultati auspicati». A lanciare l’allarme è la Corte di conti nella relazione sulla lotta alla dispersione scolastica, approvata il 26 luglio (deliberazione n. 14/2019/G).

In Italia, denuncia, il tasso di dispersione è pari al 14,5%. Con la scuola superiore che ha registrato 112.240 abbandoni complessivi nell’anno 2016 e nel passaggio fra l’anno 2016/2017. Un fenomeno multiforme, ricollegato a cause strutturali legate alla scarsa attrattività delle scuole. Ma anche alla povertà di molte zone d’Italia.

Tuttavia, la differenziazione degli interventi e la frammentazione delle risorse finanziarie, tra quelle nazionali, presenti in più capitoli del bilancio di previsione del Miur, e quelle comunitarie, «non ha consentito» alla Corte dei conti «di pervenire ad un quadro complessivo della spesa pubblica sostenuta e di valutare gli esiti gestionali».

In assenza, tra l’altro, di un piano nazionale strategico in materia «organico, coordinato e condiviso tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo, per contrastare l’abbandono scolastico», di cui se ne sottolinea l’esigenza, accanto a un comitato di esperti con competenze nelle politiche di contrasto agli abbandoni e nelle metodologie didattiche e organizzative.

«Frammentato» il quadro finanziario: 218 milioni di euro stanziati ed erogati dallo Stato negli anni 2012-2017 tra i progetti di potenziamento dell’offerta formativa o supporto agli studenti a valere sugli appositi capitoli iscritti nello stato di previsione del Miur e quelli relativi ai fondi dell’ex legge 440/97 e della legge 296/2006; il potenziamento dell’offerta formativa attraverso la quota dell’organico dell’autonomia; il miglioramento dell’offerta formativa. Con una pluralità di capitoli direttamente o indirettamente collegati all’incidenza della dispersione e un coacervo di iniziative autonome delle singole scuole.

Di fatto, l’unica disponibilità di bilancio del ministero continuativa esclusivamente destinata alla dispersione è rappresentata dalle risorse per l’orientamento scolastico: 11.201.637 euro nel 2012-19.

Rilevante ausilio è giunto dai fondi comunitari. Nel periodo di programmazione Pon 2007-2013 il totale complessivo delle risorse finanziarie utilizzate per la lotta alla dispersione è stato pari a 309.690.333,10 euro. Mentre l’importo programmato per il periodo 2014/2020 è di euro 345.945.951, di cui attualmente risultano impiegati 321.694.245,65 euro.

Di qui la richiesta della Corte di un complesso monitoraggio degli interventi educativi. Iniziando dall’implementazione del sistema di monitoraggio della spesa presso il Miur «per restituire la conoscenza del quantum dell’investimento pubblico, riportando all’unitarietà la molteplicità di interventi finanziari». E da «verifiche puntuali sul corretto inserimento dei dati» nell’Anagrafe dello studente, «a partire dalle istituzioni scolastiche».