Rav, ecco gli errori da evitare per la compilazione. Tutte le info

da La Tecnica della Scuola

RAV (Rapporto di Autovalutazione di Istituto), PDM (Piano di Miglioramento), PTOF e, adesso, l’RS (il documento di Rendicontazione sociale).

In questo “caldo” autunno 2019 viene a convergere la predisposizione dei quattro documenti progettuali e valutativi fondamentali per le scuole, documenti che trovano finalmente l’allineamento temporale definitivo, in vista del prossimo triennio. Tutti con scadenza ultima il 31 dicembre 2019.

La logica temporale e valutativo-progettuale dei quattro documenti potrebbe essere sintetizzata nell’indicazione della loro naturale sequenza: la Rendicontazione sociale chiude un ciclo, quello dei RAV partiti dall’a.s. 2014-2015, e quindi si pone come documento base, di partenza, per la predisposizione del RAV 2019-2022. Il RAV definirà priorità, traguardi e obiettivi per il 2019-2022, la pianificazione dei quali sarà oggetto del Piano di Miglioramento ad esso collegato.

Sulla base di questi elementi, sarà possibile definire in modo coerente l’offerta formativa per il triennio in questione, attraverso il POF triennale.

Il punto è che quest’anno la predisposizione del RAV non si è chiusa a giugno-luglio, come è avvenuto gli anni scorsi, in quanto, proprio per consentire questo allineamento temporale fra i vari documenti e la chiusura definitiva del ciclo precedente, l’oggetto dell’analisi delle scuole comprenderà non solo gli esiti scolastici degli studenti nell’anno scolastico precedente (come è stato fin dall’inizio), in questo caso, l’a.s. 2017-18, ma anche gli esiti scolastici dell’anno appena concluso, che saranno restituiti alle scuole, come indicato dal Miur, in tempi strettissimi: entro settembre.

Le scuole che hanno pertanto già pubblicato il RAV confrontandosi con i canonici risultati dell’anno precedente, dovranno riaprirlo per rivedere le loro conclusioni alla luce dei nuovi dati che saranno a breve disponibili. Dati che potrebbero confermare o in parte smentire alcune indicazioni formulate a luglio.

Ad esempio, una scuola che aveva pensato di inserire una certa priorità, poniamo, relativa alle prove standardizzate nazionali (Invalsi), dati i nuovi risultati potrebbe decidere di cambiarla, nel caso in cui gli esiti degli studenti in Italiano e Matematica si fossero rivelati migliori rispetto a quanto valutato in riferimento ai dati relativi all’anno precedente. Non avrebbe senso, infatti, inserire fra le priorità (e questo figura fra i più frequenti errori delle scuole) quelle relative a valutazioni relativamente alte, a discapito di altre aree con valutazione invece più basse.


Insomma, il lavoro del RAV sta per ricominciare e le scuole dovranno stare attente ai nuovi dati in quanto è da questi che bisognerà ripartire in termini sia autovalutativi che progettuali.

Occorre poi evitare gli ormai “classici” errori di impostazione del RAV, che l’Invalsi continua a segnalare, ad esempio, in riferimento alla formulazione linguistica e alla coerenza fra priorità e traguardi o fra traguardi ed obiettivi di processo, spesso indicati dalle scuole sulla base di un reale travisamento del loro effettivo significato.

Esempio classico:

Priorità: “Migliorare il clima relazionale ed emotivo nelle classi”. (Non è una priorità, in quanto non riguarda direttamente le quattro aree degli esiti degli studenti: risultati scolastici, prove standardizzate, competenze chiave, risultati a distanza).

Traguardo di miglioramento: “Favorire la motivazione allo studio degli studenti, con l’introduzione di una didattica attiva”. (Non è un traguardo corretto, perché non si collega perfettamente con la priorità, peraltro errata, che parlava di clima relazionale, e soprattutto per la sua formulazione, che non prevede elementi quantitativi od osservabili, senza i quali è impossibile stabilire se e quando un traguardo sarà stato raggiunto dalla scuola).

Obiettivo di processo: “Migliorare il rendimento degli studenti, soprattutto dei più svantaggiati sul piano culturale, anche attraverso pratiche valutative più formative e meno penalizzanti”. (Migliorare il rendimento… non è un obiettivo di processo, ma semmai è più vicino al senso di una priorità e, poi, non si specifica che cosa esattamente si andrà a fare; meglio allora scrivere: “Realizzazione di corsi di formazione per i docenti sulla valutazione formativa”. Oppure: “Messa in atto, documentazione e diffusione di percorsi e di buone pratiche, fra i docenti, sulla valutazione formativa.”

Si rimanda i lettori alla lettura del documento “Il Rapporto di Autovalutazione. Nota metodologica e guida operativa”, al seguente link (clicca qui)