Un Miur nuovo per Fioramonti

da ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

È stata una gestazione lunga, quella della riorganizzazione del ministero dell’istruzione, università e ricerca, che è approdata con le nomine sulle direzioni generali alla Corte dei conti solo agli inizi di agosto, alla vigilia della crisi di governo. E che ora risulta ancora bloccata alla Corte per il controllo di legittimità. Sono dunque bloccati i decreti di nomina dei direttori scolastici, sia centrali che regionali. E al Miur, in attesa di conoscere eventuali rilievi, si dà ormai per scontato, salvo sorprese, che saranno tutti rivisti e ridefiniti dal nuovo ministro dell’istruzione e università e ricerca, Lorenzo Fioramonti. Del resto, conosce bene uomini e macchina del ministero di cui è stato fino alla scorsa settimana viceministro. La discontinuità che ha promesso sul suo ministero potrà dunque misurarsi anche sulle posizioni apicali centrali che regionali. Certamente riguarderà il gabinetto, con un nuovo capo al posto di Giuseppe Chinè, consigliere di stato, con un’ampia esperienza alle spalle (capo di gabinetto con Giulio Tremonti al ministero dell’Economia, dove è rimasto anche con Mario Monti, dal 2013 alla Salute al fianco di Beatrice Lorenzin). Nuovi anche i sottosegretari in arrivo: tramontata la conferma del pentastellato Salvatore Giuliano, in pole sono dati Anna Ascani, giovane deputata del Pd, insegnante, che ha competenze trasversali a scuola e università ed è considerata vicina a Matteo Renzi. Sul fronte pentastellato, dovrebbe spuntarla Lucia Azzolina, deputata della commissione cultura, anch’essa docente che conosce il mondo del precariato. Ancora in campo Francesco D’Uva, capogruppo M5s alla camera.

Al primo consiglio dei ministri, Fioramonti ha annunciato che riprenderà l’iter del decreto sui precari della scuola, dove si riapre il fronte dei test di ingresso per Pas e concorso riservato. I sindacati avevano concordato con la Lega che non ci sarebbero stati sbarramenti in ingresso. Pd e M5s invece concordano sulla necessità di una maggiore selezione che premi il merito più che l’anzianità di servizio. Il nuovo testo dirà il tasso di discontinuità del governo giallorosso rispetto al gialloverde.

Un segnale è atteso anche sui precari della ricerca, a cui Fioramonti ha promesso un percorso di stabilizzazione.

E poi c’è il dossier spinoso del contratto, essenziale per la valorizzazione della professione docente e Ata e che è uno dei punti chiave dell’intesa sottoscritta in primavera dai sindacati con il premier Giuseppe Conte. Intesa di cui ora le sigle chiedono l’attuazione e il rispetto. Decisiva la partita finanziaria.

Fioramonti ha annunciato battaglia per reperire almeno 2 miliardi di euro per la scuola e 1 per l’università e ricerca: la sede sarà la prossima legge di Bilancio. «Servono delle micro tasse di scopo«, ha detto al suo insediamento il ministro, «una tassa sulle merendine, una sulle bevande zuccherate, un’altra sui biglietti aerei. Sono attività o dannose per la salute, le prime due o inquinanti. Con i soldi che lo stato ricava si fanno interventi per la ricerca o la scuola. Abbiamo calcolato che solo da questi interventi si possono ricavare 2,5 miliardi».