Più «usato» per fronteggiare le spese scolastiche

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

La coperta degli italiani è sempre corta, si avvicina l’inizio della scuola e per risparmiare su libri e dotazione scolastica le famiglie si affidano più all’usato e meno all’online. Secondo i dati del nuovo Osservatorio mensile di Findomestic, società di credito al consumo del Gruppo BNP Paribas, la spesa media degli italiani per mandare i figli a scuola è in lieve calo (-2%) rispetto allo scorso anno e si comprano più libri e dizionari usati (52,3% del campione, 4 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente), ma anche abbigliamento di seconda mano (10,7% degli intervistati, 3,3 punti percentuali in più rispetto al 2018).

L’indagine
Secondo l’Osservatorio, realizzato in collaborazione con Doxa, gli italiani quest’anno prevedono di sborsare mediamente 597 euro, cifra tra le più basse dal 2012 ad oggi. Guardando agli ultimi 8 anni si va dai 548 euro medi del 2012 al picco massimo di 735 euro del 2015. Chi ha due figli o più, però, quest’anno spenderà mediamente il 2% in più rispetto al 2018: da 686 a 701 euro. E tuttavia lungo lo stivale ci sono differenze. Al Centro si rileva quest’anno la spesa media più alta (688 euro) e nel Nord Ovest quella più bassa (556 euro).

Anche se libri e dizionari rimangono per il 66,6% degli intervistati la voce più “pesante” del “paniere” scolastico, zaini e cancelleria incidono sempre di più da otto anni a questa parte: il 47,1% del campione, la percentuale più alta dal 2012, ritiene che sono tra gli acquisti più onerosi anche perché le scuole da anni richiedono in maniera crescente questi materiali agli studenti. L’Osservatorio mensile di Findomestic rileva anche un 20,8% di risposte che indica i mezzi di trasporto fra le voci più consistenti del budget scolastico.

Libri e dizionari, abbigliamento e computer: meno acquisti online e più usato Per far bastare la coperta aumentano gli italiani che acquistano per i propri figli libri e dizionari usati: la percentuale sale dal 48,3% del 2018 al 52,3% del 2019. All’incremento dell’usato fa da contraltare il calo degli acquisti online: 5 punti percentuali in meno rispetto al 2018 per chi si affida al web per libri e dizionari (dal 50,9% del 2018 al 45,7% del 2019). La stessa dinamica, meno e-commerce e più usato, interessa l’abbigliamento: cresce di oltre 3 punti rispetto al 2018 la percentuale (10,7%) di chi ricorre all’usato (pratica particolarmente diffusa nel Centro Italia dove la percentuale sale al 23,2%), mentre cala dall’11,4% del 2018 all’8,7% del 2019 la percentuale di chi si affida al web. Di seconda mano si comprano anche più computer: 5,5% degli intervistati rispetto al 4,5% del 2018 (il pc usato va più di moda nel Nord Ovest, 10,9%) mentre passa da 13,7% a 11,9% la percentuale di chi acquista il pc per i figli online. È in crescita costante, invece, dal 2013 il ricorso all’e-commerce per gli articoli di cancelleria, fatta eccezione per gli acquirenti di zaini online che diminuiscono rispetto all’anno precedente di 4 punti percentuali (dal 28,8% del 2018 al 24,8% di quest’anno).

Inglese, priorità assoluta
L’inglese è la materia più importante per il futuro secondo il 60,8% del campione dell’Osservatorio Findomestic. Seguono a ruota l’informatica e il coding, il linguaggio della programmazione (42,4%). Che l’inglese sia in cima alle priorità lo conferma la risposta al quesito sull’esperienza formativa più interessante fatta o da far fare ai figli: per il 45% è appunto il corso di lingua. Per altri intervistati sono importanti almeno 2-3 mesi (28,4%) se non 6 mesi-1 anno (26,4%) di studio all’estero.

Detrazioni spese scolastiche, queste sconosciute
Aumentano quest’anno tra gli intervistati quelli che non conoscono o non utilizzano le detrazioni al 19% per le spese scolastiche consentite nella dichiarazione dei redditi: dal 41,5% del 2018 si sale al 45,6% di quest’anno. Se nel Centro Italia sfruttano meglio questa opportunità (55%), lo stesso non accade nel Sud e nelle Isole (38,5%).