Disabilità intellettiva e lavoro

Redattore Sociale del 18.09.2019

Disabilita’ intellettiva e lavoro, un binomio che “vale” un marchio europeo 

Nuovo lancio per il progetto “Valueable”: dal 2014 a oggi 103 aziende di sei paesi europei hanno ricevuto il marchio d’oro, d’argento o di bronzo, a seconda della qualità.
Disabilità intellettiva e lavoro, un binomio che “vale” un marchio europeo dell’inserimento lavorativo proposto. 400 i lavoratori con disabilità intellettiva formati o assunti Down Vigo Gabriel Diego Echegaray, lavoratore con disabilità intellettiva (Down Vigo).

ROMA. Assumere una persona con disabilità intellettiva è un bene e fa bene: lo dimostra il progetto europeo “Valueable”, iniziato nel 2014 e di cui parte in questi giorni la terza edizione (2019-2022) per promuovere e favorire l’inserimento professionale di lavoratori con disabilità intellettive all’interno di aziende dell’ospitalità. Capofila è l’Aipd (Associazione italiana persone Down), affiancata da altre associazioni, università e altri enti formativi dei paesi europei aderenti.

I numeri.
Grazie al sostegno dell’Unione Europea e del programma Erasmus+, al lavoro di tante persone e all’ottima risposta del mondo imprenditoriale, la rete Valueable conta oggi 103 aziende di sei Paesi: Portogallo, Spagna, Italia, Germania, Ungheria e Turchia. Circa 400 persone con disabilità intellettiva che lavorano in alberghi, ristoranti, B & B, bar, fast food, come tirocinanti o come lavoratori. 

Valueable di bronzo, d’argento e d’oro.
“Valueable – handing opportunities” è la certificazione internazionale destinata alle aziende del mondo dell’ospitalità che offrono alle persone con disabilità intellettiva opportunità di sviluppo professionale. Si tratta di un marchio registrato presso l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (Euipo). Il marchio viene rilasciato per 2 anni, in tre possibili versioni, a seconda dell’impegno assunto dall’impresa: quello di bronzo è destinato ai datori di lavoro che ospitano tirocini; quello d’argento richiede un ulteriore impegno: un contratto a tempo determinato (minimo 3 mesi) o indeterminato per almeno un lavoratore; infine quello d’oro è concesso a quei datori di lavoro che assumono almeno un lavoratore e agiscono come ambasciatori del marchio Valueable. Questi impegni sono contenuti in un codice di condotta, che viene sottoscritto dai soci.

Includere conviene.
L’inserimento lavorativo di persone con sindrome di Down conviene all’azienda. E le ragioni sono varie: la prima è di natura economica, visto che in Italia l’impresa che assume una persona con disabilità riceve un rimborso del 70% della retribuzione lorda imponibile per 5 anni. Secondo quanto riferito da alcuni datori di lavoro “con marchio Valueable” intervistati, però, il vantaggio è anche di natura produttiva e relazionale: i lavoratori con sindrome di Down sono affidabili, costanti, molto presenti e assidui, perché per loro il lavoro ha un valore che va ben oltre il contratto. Inoltre, giovano al gruppo di lavoro, rendendolo più compatto, meno conflittuale, più solidale, collaborativo e affiatato. 

La nuova “stagione”.
La terza edizione del progetto sarà in continuità con le due precedenti e utilizzerà gli stessi strumenti: il marchio, una app per rendere più indipendenti sul lavoro tirocinanti e lavoratori con disabilità, dei video tutorial per la formazione del personale delle aziende e un corso di formazione a distanza per i manager. In più, saranno messi a punto quattro nuovi strumenti: un protocollo rivolto a catene alberghiere e ristoranti; un protocollo di accreditamento per le agenzie formative che intendono operare all’interno di Valueable; un corso HACCP in linguaggio ad alta comprensibilità; un corso di formazione a distanza per i tutor delle agenzie formative che intendono accreditarsi per operare all’interno di Valueable e banca dati delle risorse multimediali. Al fine di sperimentare i quattro nuovi strumenti, il progetto prevede tirocini nel proprio paese e all’estero, presso membri della rete. “Il nostro obiettivo – dichiara Paola Vulterini, responsabile del progetto – ? di coinvolgere otto Paesi e 200 membri entro la fine del 2021: siamo fiduciosi, visto il successo finora conseguito”.