Bonus merito in via di superamento, ma servirà una legge

da Tuttoscuola

I sindacati hanno accolto con grande soddisfazione la dichiarazione rilasciata dal ministro Lorenzo Fioramonti in un’intervista a Radio Capital con la quale il successore di Marco Bussetti ha confermato la sua volontà di dare ai docenti italiani, “il personale meno pagato d’Europa”, “un aumento stipendiale importante, ragioniamo attorno ai 100 euro”, ma uguale per tutti, senza alcun riconoscimento o bonus per merito.

Sono contrario all’idea che la scuola debba incentivare comportamenti che ritengo essere parte integrante dell’attività dell’insegnamento”, ha detto Fioramonti, perché “ho paura che la scuola azienda che ti dà il bonus se fai qualcosa in più abbia l’effetto opposto” nel senso che demotiverebbe i molti che lavorano seriamente per vocazione e senso del dovere, e non per inseguire un vantaggio economico.

Tra i primi ad esprimere soddisfazione è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti: “Abolire il bonus merito istituito dalla legge 107/2015 e trasferirne i fondi direttamente in busta paga, per incrementare i magri stipendi degli insegnanti in sede di rinnovo contrattuale, è una richiesta che avanziamo da quando è stato introdotto questo iniquo sistema premiale”, ha detto il sindacalista, che si è augurato che “dalle parole si passi presto ai fatti eliminandolo”. Ma servirà un provvedimento legislativo che sopprima i commi 126 e 127 della legge 107/2015.

Per il sindacato autonomo USB, da sempre in prima fila nella battaglia contro il bonus (slogan: “a tutti o non lo vogliamo”), la soluzione è di redistribuire quanto resta dell’apposito fondo di 200 milioni (già ridotto a seguito di trattative sindacali) sugli stipendi di tutti i docenti, “nella consapevolezza che, data la loro scarsa consistenza, essi non possono bastare per un aumento degno di questo nome”. In effetti si tratterebbe, secondo alcuni calcoli, di meno di 10 euro a testa.

Un aumento “credibile e dignitoso”, secondo questo sindacato, dovrebbe comunque essere assai superiore a quello di 100 euro ventilato dal ministro: “per recuperare quanto perduto nei dieci anni di blocco contrattuale e neanche minimamente recuperato con lo scorso scellerato rinnovo” servirebbe “un aumento almeno di 300 € mensili per tutti i lavoratori della scuola”.

Tra i politici si schiera a favore del merito l’ex sottosegretario Gabriele Toccafondi, new entry di ‘Italia viva’ (proviene dal Gruppo misto): “Cancellare merito e valutazione degli insegnanti è un errore. Premiare il merito a scuola non solo è giusto, ma anche necessario se vogliamo far fare alla nostra istituzione un salto di qualità e quindi aiutare i nostri ragazzi ad avere una formazione al passo con i tempi”.