Fioramonti scrive a scuole, università e mondo della ricerca: stella polare sarà lo sviluppo sostenibile

da Il Sole 24 Ore

di Laura Virli

Il ministro Fioramonti, nella giornata di ieri, ha trasmesso alle scuole e alle università una lettera che vuole essere, nello stesso tempo, un atto di indirizzo, ma anche un impegno su alcuni questioni importanti. Ecco una sintesi del contenuto che evidenzia l’interesse di Fioramonti al rinnovamento del modo di pensare e agire di tutti gli attori che ruotano intorno al mondo dell’educazione, della formazione e della ricerca.

La mission del ministro
Ha ribadito la necessità di portare avanti la battaglia, non rinviabile, per ottenere maggiori investimenti e risorse per il comparto e per la sicurezza delle infrastrutture, ma anche la lotta per la salvaguardia del pianeta. Cogliendo l’occasione delle mobilitazioni studentesche per il clima, il ministro ha, infatti, chiesto che la facciata del Palazzo di Viale Trastevere accogliesse uno striscione con tre semplici parole, capaci di catturare l’essenza della sua missione: “Istruzione, no estinzione”. A questi valori ispirerà il suo mandato, auspicando che anche tutti gli operatori della scuola facciano lo stesso.

Economia della conoscenza
Il ministro ha sottolineato che la scienza ci ha consegnato un messaggio chiarissimo, ma miseramente inascoltato: il nostro modello di sviluppo ci sta distruggendo e dobbiamo cambiare il prima possibile. Per realizzare questo cambiamento, l’istruzione e la ricerca sono essenziali. Un’economia sostenibile può essere solo un’economia della conoscenza. Ognuno, al di là del proprio peso politico e amministrativo, ha la possibilità di fare qualcosa, di non arrendersi all’inevitabile. Se da un lato, come ministro, farà il possibile per agire politicamente e legislativamente al fine di cambiare le cose, dall’altro chiede a tutti gli operatori sul campo dell’istruzione uno sforzo nella stessa direzione.

Proposte operative
Come è possibile realizzare questi obiettivi? Il ministro illustra alcune idee.

Prima di tutto, ogni scuola, ogni università, ogni accademia, ogni ufficio e ogni rappresentanza locale può esporre i 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in modo che tutti possano vederli e ricordare la sfida che ci attende.

Secondo, fare in modo che le nostre istituzioni divengano plastic free, utilizzino energia rinnovabile, realizzino la raccolta differenziata, il compostaggio ed altre misure dell’economia circolare.

Terzo, realizzare un bilancio energetico dei nostri edifici, per ridurre la spesa e dimostrare che la tecnologia può essere una grande leva per il cambiamento.

Quarto, utilizzare le risorse finanziarie (come suggerito dai principi del green procurement) per richiedere servizi da aziende sostenibili certificate ed incoraggiare i nostri fornitori a diventare ecologicamente responsabili.

Quinto, fare in modo che ogni mensa divenga un esempio di cibo locale, biologico e sostenibile.

Infine, investire celermente per realizzare scuole sicure e moderne, dove imparare sia piacevole e accattivante.

Chiaramente, alcuni impegni dovranno essere assunti direttamente dal Miur, ma altri potranno essere messi in atto nelle scuole, nelle università e negli enti di ricerca, in modo che l’operato diventi, come termina il ministro nella sua lettera «un grande esempio da seguire per il Paese. Ce lo chiedono i nostri studenti, ma in realtà ce lo chiediamo noi stessi, spesso senza avere il coraggio di ammetterlo».