Salva precari: ancora nessun accordo tra MIUR e sindacati. Prossimo incontro martedì, 1° ottobre

da Tuttoscuola

Ancora nessun accordo sul salva precari tra MIUR e sindacati. L’incontro dello scorso 25 settembre tra il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, e le associazioni sindacali ha portato a un nulla di fatto, tanto che la riunione è stata aggiornata ad oggi, 26 settembre, ma si è comunque conclusa in un nulla di fatto. Il confronto di ieri si è interrotto sulla richiesta dei sindacati di recuperare  il testo approvato “salvo intese” prima della caduta del primo Governo Conte, il cosiddetto “pacchetto Scuola” che invece il Ministro vorrebbe modificare. Il confronto è nuovamente rinviato a martedì, 1° ottobre. Se sul concorso ordinario e straordinario pare non ci siano problemi, cosa che sembra non si possa dire riguardo a provvedimenti come il PAS, la proroga dei contratti per i diplomati magistrali, e le modalità di reclutamento per i facenti funzione DSGA. L’intenzione del Ministro Fioramonti dovrebbe essere quella di portare il decreto scuola in approvazione al Consiglio dei Ministri del prossimo giovedì-Di seguito alcune delle misure previste dal testo che le associazioni sindacali vorrebbero recuperare.

Stabilizzazione dei precari

Secondo il testo approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa estate, prima della caduta del Governo, entro il 2019 il MIUR avrebbe dovuto un percorso formativo abilitante straordinario per i docenti delle scuole medie e superiori (Pas).  Avrebbero potuto partecipare a questi percorsi i docenti che per almeno 3 anni (anche non consecutivi)  tra il 2001 e il 2019 abbiano svolto in ogni singola stagione almeno 180 giorni complessivi di servizio o, senza soluzione di continuità, abbiano tenuto lezioni per tre anni dal primo febbraio agli scrutini finali. Avrebbero potuto inoltre prendere parte ai Pas, senza aver sommato tre anni di insegnamento, i dottori di ricerca e i candidati che abbiano già realizzato un Pas o un Tfa (Tirocinio formativo attivo) e non l’abbiano potuto concludere per maternità o malattia. Il costo del nuovo Pas universitario sarebbe a carico del candidato e ogni ateneo ne determinerebbe l’ammontare. Alla fine di questo percorso i docenti precari avrebbero l’abilitazione all’insegnamento, ma non un posto a tempo indeterminato.

Il concorso “facilitato”

Sempre entro la fine del 2019,  il testo prevedrebbe la partenza di un concorso facilitato per i docenti precari che tra il 2011 e il 2019 abbiano svolto lezioni per un anno e mezzo. Un target potenziale – dice Zunino –  di 24 mila insegnanti supplenti. Ognuno di loro potrebbe optare per il percorso di abilitazione o per il concorso straordinario che alla fine li porterà in una graduatoria anticamera dell’accesso al ruolo. Questa griglia speciale varrà fino alla stagione 2022-2023. La graduatoria di merito (Gm) sarebbe distinta per disciplina e per singola regione. Potrrebbero partecipare al concorso facilitato dedicato al sostegno coloro che avrebbero la relativa specializzazione. La prova prevedrebbe, per tutti, uno scritto da realizzare al computer e con risposte a crocette, quindi un orale “senza valutazione”. Chiunque lo affronterebbe, sarebbe promosso. Alla fine del concorso-sanatoria i candidati otterrebbero l’abilitazione all’insegnamento.

Concorso ordinario infanzia e primaria

Il testo che i sindacati vorrebbero recuperare prevedeva inoltre la possibilità che il bando relativo al concorso ordinario di Infanzia e Primaria (atteso per lo scorso luglio) non fosse pubblicato prima del prossimo mese di ottobre. Il MIUR questa estate stava vagliando la richiesta e nel frattempo ha sospeso la pubblicazione del bando. A oggi è caduto il silenzio su questo concorso e in ogni caso ormai  le nomine slitteranno al 2021, con un anno di ritardo.