Tassa su merendine e bibite, Fioramonti si sente osteggiato: le lobby non vogliono farla approvare, non è una patrimoniale

da La Tecnica della Scuola

La tassa “intelligente” sulle merendine e bibite gasate, caldeggiata dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, sarebbe osteggiata dalle aziende produttrici, in particolare dalla Coca Cola. A rivelarlo è stato lo stesso titolare del Miur, nel corso di un’intervista a The Post Internazionale deltassa 26 settembre.

“Le bibite favoriscono malattie endocrino-metaboliche come il diabete”

“Le lobby vogliono impedire la tassa sulle merendine che ho proposto”, ha detto Fioramonti.

“Vorrei ricordare a tutti gli improvvisati lobbisti della Coca Cola company – ha continuato il ministro con vena polemica – che bibite zuccherine e gasate contribuiscono in maniera decisiva alla diffusione di tante malattie endocrino-metaboliche, a partire dal diabete”.

“Io non voglio colpire la Coca Cola o Mecca Cola o la Spuma perché ho qualcosa contro quel prodotto”, ha comunque detto Fioramonti.

“Una bibita che contiene 7 cucchiaini di zucchero”

“Io dico, segnaliamo al grande pubblico che una bibita che contiene 7 cucchiaini di zucchero in una confezione è una bomba calorica. Se poi faranno una Mecca Cola light ben venga”.

“Quando in questo paese sfiori interessi economici importanti – ha detto ancora il titolare del Miur – è evidente che si scateni una reazione. Io non sono condizionato né condizionabile da altri interessi che non siano il bene pubblico”.

“L’onere non spetta a me ma al Mef”

Nella stessa giornata, arrivando ad un convegno promosso da Cittadinanzattiva, sempre sulla tassa sulle merendine, Fioramonti aveva anche detto che il progetto si limitava ad essere una proposta.

“Mi sono permesso di proporre un modo per recepire fondi, ma l’onere non spetta a me ma al Mef: rispetto i percorsi del governo”, ha sottolineato Fioramonti.

“Rispetto le scelte del governo, a me interessa che si trovino le risorse. Ho proposto interventi fiscali intelligenti, non ho mai parlato di patrimoniali ma di proposte, di un modello fiscale che altri Paesi hanno già adottato”, ha concluso il ministro.